MONZA – Il telefono continua a squillare. Chi è riuscito per vie traverse a recuperare il numero di cellulare di Sergio Bramini non si fa problemi a chiamarlo anche la mattina all’alba o la sera tardi. Il suo profilo facebook è invaso da richieste di amicizia e messaggi privati. L’email è intasata da segnalazioni, alcune direttamente dal Ministero, di persone che sono allo sbando. Persone che da anni lottano a suon di avvocati e di carte bollate cercando di sventare lo sfratto, sperando che Sergio Bramini salvi la loro abitazione o la loro azienda.
Questa è la giornata di Sergio Bramini. Lui non riesce a non rispondere; ne fa una questione personale perché sa molto bene quello che passa nel cuore e nella testa di chi rischia di perdere tutto quello che ha costruito in tanti anni di duro lavoro.
“Vorrei fare tanto, ma non posso – racconta – Non ho i mezzi economici per aiutare queste persone disperate che magari il giorno dopo verranno sfrattate”. Ci mostra le tante email e richieste d’aiuto. “Cerco di fare quello che è in mio potere – continua – Il Ministero mi ha affidato l’incarico di predisporre interventi legislativi, ma non un portafoglio per intervenire nei singoli casi”. Ma la gente in Sergio Bramini ripone tanta fiducia.
“Tante volte mi devo trasformare in psicologo – continua – Tranquillizzare uomini o donne che spesso non ho mai visto, analizzare i documenti che mi inviano, spiegare loro quello che dovranno affrontare o chi rivolgersi”. Alla fine della giornata la stanchezza, soprattutto mentale, è parecchia. Che cosa dire a chi vive con un genitore malato di tumore e il giorno dopo si ritroverà in mezzo a una strada? Come convincere l’imprenditore che vuole uccidersi perché il Tribunale gli porterà via capannoni e macchinari che la vita vale molto di più? Come aiutare il padre di famiglia con figli minori rimasto disoccupato e che non riuscendo a pagare il mutuo verrà sloggiato?
Sergio non sa più da che parte girarsi. “Ogni volta che partecipo a conferenze durante le quali racconto la mia vicenda vengo travolto da persone che mi chiedono aiuto – aggiunge – Purtroppo io non posso fare miracoli”.
Quello che poteva fare l’ha fatto. “Con tecnici e legali abbiamo redatto un documento per l’abrogazione dell’articolo 560 (legge 119/2016 Renzi-Boschi) con valore retroattivo che permetterebbe a migliaia di persone sfrattate di rientrare nelle proprie case – continua – Potrebbero rimanere nella loro abitazione fino a quando l’immobile non sarà stato venduto all’asta. Avrebbero quindi tempo (mesi, in alcuni casi anche anni) per trovare una soluzione, e magari riuscire anche a rientrare in possesso dell’immobile. Purtroppo il mio emendamento non è stato inserito nel Decreto Dignità e nel Mille Proroghe. Con la certezza che se non si interverrà rapidamente entro sei mesi 500mila famiglie con la legge attuale finiranno in mezzo a una strada”.
Barbara Apicella