MONZA – La febbre del gioco cresce pericolosamente anche in Brianza. Un fatto che inevitabilmente preoccupa la Cisl Monza Brianza Lecco, impegnata da tempo in un’opera di prevenzione sempre più necessaria.
“I dati dell’Ats Monza Brianza – specifica Mirco Scaccabarozzi, segretario Cisl Monza Brianza Lecco – dicono che sono circa 300 le persone in cura per ludopatia. Ma è solo la parte più visibile di un fenomeno in drammatica espansione. In Brianza i malati di gioco negli ultimi anni sono aumentati in una percentuale compresa tra il 10% e il 15%”.
Di fronte agli oltre 73 milioni di euro letteralmente gettati nelle giocate d’azzardo in Brianza e a una cifra superiore ai 30 nel Lecchese, come risulta dai dati dell’Agenzia Dogane e Monopoli relativi al primo semestre 2017, la Cisl ribadisce perciò con forza la necessità improrogabile di tutelare i cittadini da quella che è non solo una patologia, ma una vera e propria piaga sociale. La prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo debbono riguardare prioritariamente le categorie più a rischio, ovvero anziani e minorenni.
“Questa perversa tassa sulla fragilità – aggiunge Scaccabarozzi – non può essere giustificata con l’argomentazione: l’azzardo è meglio legalizzato che in mano alle mafie. Del resto, come ha ricordato anche il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, circa sessanta clan mafiosi dal Veneto alla Sicilia, fanno affari nell’azzardo legale e illegale. Un fiume di denaro quello prodotto dal gioco d’azzardo, che assieme al traffico di sostanze stupefacenti costituisce oggi l’affare più lucroso per le cosche” .
Nel dossier Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie, promosso dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) e curato da Filippo Torrigiani, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia e del Cnca, i numeri sono inequivocabili. Nel 2016 solo l’Agenzia dei Monopoli ha accertato 223 violazioni penali, 1.687 violazioni amministrative, con 549 misure cautelari, 53 sequestri penali, 245 persone denunciate, 30 milioni di euro di sanzioni e 22 milioni di imposte accertate.
“Le mafie – continua Scaccabarozzi – attraverso il gioco d’azzardo non solo si creano una agevole riserva finanziaria, ma mettendo le mani su bar, tabaccherie, sale gioco, si garantiscono anche il controllo del territorio. Nella negoziazione sociale condotta con gli enti locali, la posizione delle organizzazioni sindacali confederali è sempre stata netta, spingendo verso la massima riduzione del fenomeno con l’applicazione di ogni mezzo legale disponibile, a partire dai regolamenti comunali o di ambito. Non solo, la Cisl assieme alla Federazione Pensionati, attraverso i suoi sportelli di Segretariato sociale, garantisce informazioni in merito ai servizi di prevenzione, intervento e cura forniti dai presidi territoriali di Ats e Asst, oltreché partecipare ai tavoli di contrasto alla ludopatia, come avviene a Lecco nell’ambito del progetto Non giochiamoci il futuro”.