Per una volta non ci ha fatto ridere. Paolo Villaggio il 3 luglio dello scorso anno è passato a miglior vita all’età di 84 anni. Per molti il suo nome significa Ugo Fantozzi. E, di certo, il ragioniere di quella lunga serie cinematografica è il personaggio che più l’ha reso celebre. Pochi sanno, tuttavia, che Villaggio non è stato soltanto un grande attore, ma anche un bravissimo scrittore. Si è cimentato in tutti i generi, passando dal giornalismo (a L’Europeo) alla sceneggiatura, senza trascurare i testi per le canzoni. Peraltro non proprio per cantanti di serie B: due le ha scritte anche per il suo amico Fabrizio De Andrè.
La sua grandezza, tuttavia, l’ha dimostrata davanti alla macchina da presa. Grande attore, capace di mettersi alla prova in diversi ruoli, anche drammatici. E’ salito sul set anche per registi del calibro di Federico Fellini, Ermanno Olmi, Mario Monicelli, PupiAvati.
Il suo personaggio più celebre, il ragionier Fantozzi, nascerà dal suo vissuto quotidiano, dai primi passi nel mondo del lavoro. Dopo l’attività di speaker per la Bbc a Londra e le esperienze di cabarettista sulle navi dalla Costa Crociere, Villaggio negli anni ’60 inizia la carriera da impiegato alla Cosider: si tratta di una delle industrie impiantistiche più importanti, dove viene incaricato di organizzare gli eventi. E dove, ce ne siamo accorti tutti, saprà cogliere tutte le contraddizioni e i modi di fare di chi lavora in una grande realtà aziendale.
Mentre lui si accorge di questa quotidianità e dei suoi aspetti più grotteschi, c’è però chi si accorge di lui. Sarà Maurizio Costanzo, che ne apprezza le doti di cabarettista, a lanciarlo in radio con “Il sabato del Villaggio”. E’ l’inizio della sua carriera e del rapporto con il grande pubblico. Di lì a poco finirà in televisione come conduttore del programma “Quelli della domenica”. E’ lì che rivelerà a tutti il personaggio del Professor Kranz e partorirà Giandomenico Fracchia.
I suoi personaggi vengono scoperti da tutta l’Italia. Finiranno anche in romanzi finché, tra un film impegnato e l’altro, trova l’intesa con la Rizzoli per portare al cinema il primo Fantozzi con la regia di Luciano Salce. Un successo tira l’altro. Poi, forse per staccarsi di dosso quel personaggio, negli anni ’80 ritorna in televisione e, nella sorpresa generale, nel 1989 accetta di lavorare con Federico Fellini per il film “La voce della luna”.
E’ un Paolo Villaggio che pochi conoscono e che quasi nessuno ricorda, ma che incanta per la sua interpretazione. E’ il suo ritorno al film d’autore e al teatro, con un nuovo percorso che lo allontana definitivamente, negli anni 2000, dalla comicità.
Una carriera infinita per un attore che sembrava quasi immortale. Di certo il suo ricordo rimarrà sempre vivo attraverso i personaggi che ha inventato.
Gualfrido Galimberti