MILANO – Affrontare, e spesso anche vincere, il tumore al seno si può, grazie soprattutto a due condizioni ora disponibili: screening precoci e terapie innovative presso Breast Unit, i centri di senologia multidisciplinari. Due fronti, su cui su cui Regione Lombardia ha saputo essere apripista, indicando nuove opportunità di cura e assistenza. Queste le indicazioni emerse nei giorni scorsi a Palazzo Pirelli all’incontro su “Senologia – Diagnosi, terapia e gestione”, un confronto che ha visto i diversi approcci terapeutici convergere sulla centralità del paziente e sul necessario sostegno, anche psicologico, svolto dal volontariato sanitario.
Nell’occasione, un pool di esperti composto dai professori Francesca Rovera, Università dell’Insubria – SSD Breast Unit ASST Sette Laghi, Pietro Panizza, Primario di Radiologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano e da Fedro Alessandro Peccatori, uno dei pionieri dell’Oncofertilità in Italia in forza allo IEO, ha illustrato le principali novità nella prevenzione e nella cura del carcinoma mammario, presentando un panorama delle eccellenze lombarde. Sono, infatti, 38 le strutture della rete regionale dei Centri di Senologia che, secondo gli ultimi dati disponibili, hanno trattato più di 13mila pazienti.
“Siamo orgogliosi di aver ospitato in Consiglio Regionale questo importante convegno che dimostra l’attenzione di Regione Lombardia a queste delicate tematiche, anche alla luce della grande incidenza che purtroppo si registra in Lombardia con 8950 nuovi casi all’anno a fronte di 55 mila a livello nazionale – ha dichiarato la Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Francesca Brianza promotrice dell’evento -. Nel corso degli anni Regione Lombardia ha messo in campo una serie di misure concrete che hanno lo scopo di prendersi cura a 360 gradi dei pazienti. Il Consiglio regionale, attraverso svariate iniziative, ha sempre rivolto particolare attenzione a queste tematiche e continuerà ad essere accanto ai medici e ai pazienti nella prevenzione e nella cura della malattia”.
Nello specifico, tra le misure adottate da Regione Lombardia nel corso degli anni, Francesca Brianza ha ricordato l’ampliamento della fascia di screening per il tumore al seno anche alle donne tra 45 e 49 anni e tra 70 e 74 anni, grazie a una mozione votata nella scorsa legislatura dal Consiglio regionale, l’esenzione per le richieste di prestazioni per la diagnosi precoce e prevenzione del tumore della mammella per pazienti con “familiarità”, l’istituzione delle Breast Unit per un approccio multidisciplinare alla malattia e un contributo di 150 euro a paziente per l’acquisto di una parrucca a seguito di terapia oncologica.
Sul fronte della cura, si deve registrare un aumento della sopravvivenza delle donne. A fronte di circa 50mila nuovi casi di tumore del seno stimati in Italia nel 2017, in quindici anni le percentuali di guarigione da questa malattia, secondo i dati dell’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), sono cresciute di circa il 6%, passando dall’81 all’87 per cento. Un risultato eccezionale, dovuto soprattutto alla prevenzione e ad approcci terapeutici flessibili e personalizzati che si basano su una gestione multidisciplinare e un’interazione tra figure professionali diverse: dalla chirurgia, alla radioterapia, dalla chemioterapia, all’ormonoterapia alle terapie biologiche.
“Non si tratta solo di curare una malattia – ha spiegato Francesca Rovera illustrando il contenuto del volume “Senologia – Diagnosi, terapia e gestione”, edito da edra – ma di accompagnare una paziente, gestendo quotidianamente una donna in un gioco di squadra che esprima un abbraccio terapeutico”.
Ed è su questo fronte che emerge il grande ruolo svolto, anche in campo sanitario, dal volontariato “la grande risorsa della Lombardia, oltre alle eccellenze sanitarie”, come richiamato da Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia che ha aperto la mattinata. Ma soprattutto, come sottolineato da Adele Patrini, Presidente dell’Associazione C.A.O.S. Onlus di Varese “la più grande innovazione, oltre a quella scientifica, è di tipo culturale e riguarda il ruolo che la paziente gioca entrando da protagonista nel team di cura”.
All’incontro hanno partecipato anche Emanuele Monti, Presidente della Commissione consiliare Sanità, che ha sottolineato l’importanza della ricerca “fronte su cui da anni Regione Lombardia è impegnata e su cui continuerà a innovare” e l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, secondo cui ”l’efficacia delle terapie è nel fare rete, costruendo un percorso che unisca i presidi ospedalieri al territorio”.
Presente anche Callisto Bravi, Direttore generale ASST Sette Laghi, che ha ricordato l’esperienza maturata nella Breast Unit varesina, un centro apripista in Lombardia.