Le sue origini sono incerte, anche se la storia ritenuta più verosimile vede protagonista un commerciante inglese. Nessun dubbio, invece, sul riconoscimento: il Marsala il 12 luglio 1963 è il primo vino italiano a ottenere la famosa dicitura Doc. Ovvero la denominazione di origine controllata.
Il Marsala è un vino liquoroso prodotto in Sicilia. Più precisamente in tutta la provincia di Trapani, con l’eccezione dei Comuni di Alcano, Favignana e Pantelleria. Un vino che, alla fine del XVIII secolo, fa subito innamorare il commerciante inglese John Woodhouse per il suo gusto molto simile a quello di vini spagnoli e portoghesi che già riscuotono un gran successo oltre la Manica. Non è un caso se Woodhouse, dopo aver deciso di acquistare una cinquantina di barili aggiungendo acquavite di vino, la fa scoprire ai suoi connazionali. Tutti entusiasti. Inizia la produzione su larga scala utilizzando, come già avviene per lo Sherry, il metodo soleras. Ovvero quelle botti una sopra l’altra a piramide con il vino nuovo che viene introdotto solo in quelle in alto e, via via con l’invecchiamento, viene spostato in quelle sempre più in basso. Quello alla base, composto da annate diverse e con gusto ormai stabile, è quello pronto per il consumo.
Scoperto il business, gli italiani non stanno a guardare. Il più intraprendente è Vincenzo Florio che, nel 1833, apre l’azienda e inizia a fare concorrenza agli inglesi. E ci sa fare: tant’è che vent’anni più tardi detiene quasi un quarto delle quote di mercato. Diventerà l’azienda leader rilevando quella originaria di Woodhouse. Poi, a sua volta, nel 1920 sarà venduta alla Cinzano che, tuttavia, deciderà di mantenere il nome originario, ormai punto di riferimento.
Può essere di tre tipologie: oro (prodotto solo da uve a bacca bianca), ambra (prodotto da uve a bacca bianca con l’aggiunta di mosto cotto), rubino (prodotto da uve a bacca nera (con un massimo di aggiunta del 30% di uve a bacca bianca). Tre le classificazioni per il residuo zuccherino: secco, semisecco e dolce.
Citato nella letteratura, comparso in alcune pellicole di film, il Marsala oltre a essere uno dei simboli dell’Italia vitivinicola nel mondo ha anche un ampio uso in cucina. Al di là degli abbinamenti, infatti, viene largamente utilizzato in molte ricette di grande effetto. Ha solo una controindicazione: va giù che è una meraviglia. Con una bottiglia davanti, il rischio sbornia è davvero elevato.