MONZA – Rischio paralisi all’ospedale San Gerardo. Domani, giovedì 12 luglio, i malati rischiano di non scendere in sala operatoria e i pazienti ricoverati di non eseguire gli esami diagnostici. I barellieri incroceranno le braccia per tutti i turni.
L’annuncio – con le relative scuse anticipate agli utenti, ma anche a medici ed infermieri – arriva direttamente dal Cub (sindacato unitario di base) del nosocomio di via Pergolesi, con una lettera aperta nella quale si spiega dettagliatamente il motivo dello sciopero.
“A maggio – si legge nel comunicato – davanti al Prefetto di Monza e ai vertici ospedalieri la ditta Markas che ha ereditato in appalto il servizio interno di barellaggio utenti si era impegnata a regolarizzare i contratti di assunzione part time definendo, come prevede la legge, gli orari e i riposi dei lavoratori; ad affrontare il tema dei carichi eccessivi di lavoro, determinato da presenze ridotte di personale rese ancor più ridotte dal fatto che il personale pagato dall’ospedale parrebbe (ma il condizionale fino a chiarimento è d’obbligo) essere usato anche per rendere servizi diversi alla Fondazione Mamma e Bambino (che gestisce la Ginecologia, Ostericia, Pediatria e Neonatologia, ndr); a fornire calzature adatte a chi spinge barelle per chilometri, e a sistemare in modo decente gli spogliatoi e molto altro”.
Promesse che però non sarebbero state mantenute: da qui la decisione di indire uno sciopero che potrebbe paralizzare l’ospedale per l’intera giornata di domani.
Infatti il servizio dei barellieri è prezioso e fondamentale all’interno dell’attività del San Gerardo: i barellieri dai reparti trasportano i degenti in sala operatoria per poi riportarli in camera al termine dell’operazione, trasportano i ricoverati in barella o sulla sedia a rotelle a sottoporsi agli esami radiologici, fondamentale anche il loro servizio di trasporto barelle all’interno del Pronto soccorso. Lavoratori che macinano molti chilometri durante ogni turno.
“Alle nostre richieste di chiarimento in merito al mancato rispetto delle promesse non risponde neppure la direzione ospedaliera – precisano dal Cub – è un fatto che incide negativamente su un servizio che è cardine dell’ospedale stesso e degli utenti che rischiano spesso di attendere lunghi tempi per essere trasportati o ri-trasportati con ricadute che incidono anche sul lavoro del personale ospedaliero”.
B. Api