MONZA – Era il 12 luglio 2003 quando l’allora Collettivo Monzese (oggi Foa Boccaccio) occupò l’ex Macello. Quindici anni fa la prima occupazione che diede l’avvio al primo centro sociale monzese. In quella calda estate del 2003 l’occupazione durò solo poche ore, trasformando per poco tempo l’ex Macello nel primo grande centro sociale della città.
“Occupare non è un reato ma l’esigenza di chi non ha un’alternativa”: scrivevano su un volantino i protagonisti dell’occupazione. “Rifiutando la logica di chi ci vuole oggetti passivi di fronte allo spettacolo di altri – scrivevano ieri come oggi – cerchiamo di oltrepassare i ghetti impostici creando una tipologia di spazio troppo spesso negata ai giovani, un centro sociale occupato e autogestito. Come soggetto politico autonomo ci siamo riappropriati di uno spazio dismesso, abbandonato al degrado. Uno spazio preso che sarà un tentativo per discutere, suonare, dare spazio a culture underground. Comunicare il nostro dissenso alla logica dominante che ci vuole ciechi e muti. Sostenete il progetto sostenete questa occupazione”.
Ma l’avventura del centro sociale durò meno di ventiquattro ore: la polizia locale sgomberò rapidamente l’area. Ma il gruppo era ormai ben coeso e organizzato e di lì a pochi mesi, nel novembre dello stesso anno, i ragazzi occuparono l’ex tintoria di via Boccaccio, un’area dismessa e abbandonata di proprietà di un privato. Un’occupazione che durò un po’ di più: dopo qualche settimana le forze dell’ordine fecero sloggiare gli occupanti ma ormai il Foa Boccaccio era diventato un gruppo strutturato.
Alla vigilia del 25 aprile 2004 gli antagonisti occuparono nuovamente quell’area rimanendovi fino al 2008. Un periodo durante il quale il gruppo continuò ad impegnarsi in attività sociali, culturali con l’attenzione principale al tema della casa e a quello di garantire a tutti un tetto con incontri, confronti (spesso aspri) con l’amministrazione e la mappatura aggiornata delle aree dismesse pubbliche e private. Oltre all’attenzione all’ambiente, ai più disagiati e alla lotta contro ogni forma di fascismo e di discriminazione.
I rapporti con le istituzioni diventarono molto tesi quando Marco Mariani conquistò la poltrona di primo cittadino. La giunta di centro destra, guidata dal Carroccio, intraprense una linea di tolleranza zero verso i componenti del Foa Boccaccio con la risposta costante di sgomberi ogni volta che gli antagonisti tentavano di occupare abusivamente un’area. Al pugno di ferro il Foa Boccaccio rispondeva con una maggiore organizzazione e mobilitazione che nel 2011 portò i ragazzi del centro sociale ad occupare l’ex campo sportivo Verga di via Rosmini, dove tutt’oggi risiedono.
Una presenza ben radicata in città, ma anche a livello provinciale, con l’annuncio alcuni mesi fa da parte del sindaco Dario Allevi di voler sgomberare l’area occupata dal Foa Boccaccio. Annuncio al quale i componenti del collettivo rispondono continuando ad occupare lo spazio, ed organizzando eventi in autogestione e non autorizzati.
B. Api