Non riesce a diplomarsi all’istituto per geometri del suo paese. Un episodio che gli cambia la vita: invece di progettare case, dopo aver frequentato l’atelier della mamma sarta inizierà a disegnare vestiti. Diventerà uno dei più grandi stilisti del mondo. Stiamo parlando ovviamente di Gianni Versace, nell’anniversario della sua morte, ucciso a Miami il 15 luglio 1997 all’età di 51 anni.
Sono fondamentali per lui gli anni trascorsi al lavoro con la mamma. Imparerà i segreti del mestiere. Molto in fretta: nel 1972, a 26 anni, si sposta a Milano. E’ la capitale della moda e lì, probabilmente soltanto lì, potrà mettersi alla prova. La supera bene, a onor del vero, visto che nel 1975 presenta la sua prima collezione, si tratta di abiti in pelle per “Complice”. Per arrivare a una collezione Versace occorre aspettare altri tre anni, il 1978.
Si tratta del trampolino di lancio, quello che l’anno successivo gli permetterà di dare il via alla collaborazione con il fotografo Richard Avedon. A Versace piace molto spaziare in vari ambiti: tra un riconoscimento e l’altro (miglior stilista per la colleziona autunno/inverno donna nel 1982/83) trova il tempo di dedicarsi anche agli abiti per il teatro. Non per uno qualunque, visto che del resto lui ormai è uno stilista affermato: provvederà a realizzare i vestiti per il Teatro alla Scala di Milano.
Per lui è l’anno della svolta e del grande riconoscimento internazionale. Quello della critica, visto che il gradimento del pubblico lo ha già ottenuto in modo evidente. Si arriva così al titolo di Commendatore della Repubblica, onorificenza che gli viene conferita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Non è da meno Jacques Chirac in Francia, che lo chiama per premiarlo con la Grande Medaille de Vermeil de la Ville de Paris.
Nel 1995 crea Versus, la linea della maison Versace dedicata ai più giovani. E’ un successo di livello mondiale. Con i migliori fotografi e le più celebri top model che lavorano per lui e per le sue campagne pubblicitarie.
Poi la tragedia. Il 15 luglio Gianni Versace viene freddato con due colpi di pistola davanti alla sua villa a Miami Beach. Inutile la corsa disperata all’ospedale: morirà poco più tardi. L’omicidio viene attribuito ad Andrew Cunanan, un tossicodipendente della zona, implicato nel giro della prostituzione omosessuale. Non finirà mai in carcere: viene trovato morto anche lui, qualche giorno dopo, su una piattaforma galleggiante.
Una settimana dopo l’omicidio, il 22 luglio, il funerale in Duomo a Milano. Davanti a una folla incredibile e a numerosi vip, compresi Sting ed Elton John che cantano nella cattedrale. Già, la musica: cantanti amici, teatri, continuano a ricordarlo. Perché quel geometra mancato con la sua fantasia ha cambiato il modo di vestire. Un po’ anticonformista e, in gran segreto, sempre pronto a fare della solidarietà. Sapeva sognare davanti al bozzetto di un vestito, aveva un cuore di fronte al bisogno.
Gualfrido Galimberti