MILANO – Parte da Milano un progetto sperimentale per rendere più sicuri gli ospedali pubblici e privati. Lo hanno presentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e gli assessori Giulio Gallera (Welfare) e Riccardo De Corato (Sicurezza) che, insieme al questore di Milano, Marcello Cardona, hanno incontrato tutti i direttori dei nosocomi di Milano e Provincia.
“Quello della sicurezza all’interno dei nostri ospedali – ha detto Gallera – è un tema molto delicato e complesso e sta creando molte difficoltà alle nostre strutture sanitarie. Stiamo studiando come intervenire a tutela dei malati e dei degenti, degli operatori aggrediti da persone che sostano nei pronto soccorso o negli anfratti e del personale aggredito dai pazienti. Abbiamo trovato grande disponibilità da parte del questore di Milano, Marcello Cardona, che si è messo subito a disposizione per dare un significativo aiuto a risolvere questo problema. Milano vuole essere un incubatore e un modello. Vogliamo trovare soluzioni specifiche per ciascun ospedale perché ognuno ha necessità e peculiarità proprie”.
“Entro dicembre – ha aggiunto – faremo il punto per rendere note tutte le misure che saranno prese ospedale per ospedale. L’obiettivo è quello di applicare, a partire da Milano, un modello che poi, plasmato secondo le singole esigenze degli ospedali, sarà replicato anche nel resto della Regione”.
“Ringrazio il questore Cardona – ha detto il presidente Fontana – per la grandissima disponibilità che ci ha dimostrato partecipando a questo incontro che segna la nascita di un nuovo modello di sicurezza all’interno dei nosocomi. Si dovranno fare proposte confacenti alle esigenze dei singoli ospedali. Oggi inizia un percorso che, sono certo, contribuirà a risolvere questa situazione preoccupante e alla quale vogliamo rispondere concretamente”.
L’assessore De Corato ha evidenziato “L’eccezionalità di questo incontro, il primo del genere in Italia”. “Bisogna cambiare mentalità nell’affrontare questo problema – ha aggiunto – e lo faremo con misure concrete a partire, per esempio, dall’installazione di strumenti come colonnine o pulsanti di sos collegate direttamente con le centrali operative. Stiamo pensando di coinvolgere anche poliziotti e carabinieri in pensione o congedo oltre a guardie private. Stiamo anche cercando di estendere anche agli ospedali la possibilità di partecipare ai bandi per la Videosorveglianza così da rendere ancora più sicure le strutture”.