MONZA – Sfilate con delicatezza la dolce perla, afferratela e chiudendo gli occhi assaporatela. Un mix dolce e al tempo stesso speziato conquisterà le vostre papille gustative facendovi tornare indietro nel tempo, agli antichi sapori di una Monza (e di un mondo) che fu. Un’esperienza sensoriale intensa, che si gusta a tutte le stagioni: al caldo del camino catapultandoci immediatamente tra le atmosfere natalizie, ma anche al fresco dell’aria condizionata donandoci una sferzata di zucchero e di energia.
Era iniziata come un’avventura: un omaggio pensato in previsione di Expo 2015 , destinato ai turisti in trasferta a Milano per la Grande esposizione universale dedicata all’alimentazione. Ma oggi, a cinque anni di distanza dalla nascita, le perle di Teodolinda continuano a godere di ottima salute e sono diventate quel cadeau pregiato e prelibato che il turista può portare a casa dopo la visita in città, ma anche quel simbolo culinario che il brianzolo esporta nel mondo.
Il dolce – ideato e prodotto interamente (packing compreso) dalla monzesissima “Area&20” guidata da Giustina D’Addario – è stata una scommessa. Vinta. Un dolce che in un periodo di globalizzazione nasce nel territorio e parla del territorio, partendo da presupposto che la promozione della Brianza passa anche (e soprattutto) attraverso la tavola.
Tutto è nato da una profonda ricerca, partendo dalla figura centrale della storia di Monza: quella regina Teodolinda che ha dato i natali alla città e che ancora oggi (oltre al Parco, alla Villa e all’Autodromo) ne è il simbolo internazionale.
“Teodolinda è lo spirito guida – ricorda Giustina D’Addario – Una donna anacronistica che ha portato innovazioni sul territorio”. Come valorizzarla e come promuovere la città anche attraverso l’arte culinaria non è stato facile.
“Due anni di studi, sugli antichi testi dei ricettari – continua – Con l’obiettivo di creare un dolce che fosse simbolo del territorio. Prendendo spunto dai protoricettari di Antimo (IV secolo d.C, ndr), quelli veri arriveranno dopo secoli”. Ma proprio in quegli antichi scritti Giustina D’Addario e il suo team hanno trovato interessanti spunti. Il medico bizantino, infatti, forniva indicazioni per la corretta conservazione dei cibi, la raccomandazione di cuocere tutti gli alimenti.
“Abbiamo voluto ideare un dolce che fosse un omaggio alla regina Teodolinda che alla sua Monza ha lasciato molti doni – continua – A Monza ha costruito il suo palazzo, la chiesa, regali preziosi tra cui le perle”
Le perle sono state trasformate in un dolce, arricchito di spezie. Perle preparate a mano, infornate e poi ricoperte da quella pasta di zucchero che ne dà la sembianze del gioiello. Poi infilate una ad una ricreando quel filo dolce, da dove in compagnia si sfila ogni perla.
“Tutto è stato studiato nei minimi particolari – continua Giustina D’Addario – dal logo al packing ai test olfattivi, all’importanza che il dolce fosse piacevole alla vista, al tatto e al gusto. Fino alla scelta di poterlo sfilare creando uno spirito di convivialità”.
Un’idea originale e che a cinque anni di distanza, con l’Expo che ormai appartiene alla letteratura e il turismo che a Monza con fatica riesce davvero a decollare, continua a conquistare il palato di tantissimi estimatori.
“Non soltanto in Italia, ma anche all’estero”, afferma con orgoglio Giustina D’Addario.
Il segreto del successo? Cibo e dolcezza mettono tutti d’accordo. Non dimenticando che non c’è modo migliore che ricordare la bellezza di un luogo visitato, che gustandone i suoi sapori, condividendoli con chi, quel luogo, non lo ha mai visitato.
Per chi ha già l’acquolina in bocca tutti i dettagli sul sito www.leperlediteodolinda.com
Barbara Apicella