Fare sport senza rischiare il collasso, uscire con le amiche a fare shopping senza doversi provare gli abiti nel reparto bambini, bere una birra in compagnia senza l’ansia di contare le calorie, gustare ridendo un panino al Nutella-party senza il senso di colpa che ti divora l’anima facendoti perdere la gioia di quel momento, assaggiare con il dito la torta del tuo compleanno senza privarti della fetta intera per paura di non riuscire più ad entrare in quel pantalone taglia XXS.
Tutto questo Elisa Calabretta per molto tempo non lo ha potuto fare: privandosi del cibo, ma prima di tutto della gioia di vivere. Oggi Elisa è finalmente guarita e ha ripercorso quel tunnel che si chiama anoressia nel libro “Il battito riflesso” (edizioni Convalle). Un testo nel quale viene affrontato il dramma dell’anoressia nella sua complessità: un viaggio sulle montagne russe, perché l’anima e la mente di chi ne viene divorato è un continuo up and down, tra la dannata voglia di vivere e di guarire, e la paura di ritornare in quel mondo che non ti accetta e ti giudica soltanto dal tuo aspetto.
“L’anoressia annulla la tua anima – scrive Elisa nel suo diario – la assottiglia, la rende fragile, sporca, svanita, prigioniera del buio, persa in una galera senza fine, costretta a guardarsi negli specchi della mente che gridano: non vali niente, sei un perdente”.
Un libro che, chi quel percorso lo ha attraversato, ne riconosce le varie tappe: le corse con il piede sull’acceleratore per arrivare prima alla guarigione, gli stop prolungati, i pianti e i sorrisi, quel maledetto bisogno di solitudine, ma al tempo stesso l’urgenza di sentirsi amata e accettata. Un viaggio lungo, ma alla fine con coraggio, costanza e soprattutto affidandosi agli specialisti è possibile – così come accaduto ad Elisa – raggiungere il traguardo della guarigione.
“Ho iniziato a soffrire di anoressia a 12 anni – racconta con quegli occhioni azzurri immensi e gioisi di fronte a un bicchiere di succo di frutta, senza fare il calcolo di zuccheri e calorie introdotte perché ormai con il cibo e con la vita Elisa ha fatto pace – Ero una bambina introversa, la tipica figlio modello con un grande desiderio: diventare ballerina”.
La danza moderna era ed è la sua vita e la sua passione; ma anche un mondo che difficilmente riusciva a reggere. Competizione e calpestare quelle che riteneva compagne di ballo non fanno parte della sua indole. E a 12 anni l’unico mezzo che ha trovato per affrontare un mondo che non le apparteneva (e non le appartiene) era smettere di mangiare.
Fino ad arrivare a pesare 33 kg per quel 1,57 mt di altezza. Il ricovero a 19 anni nella struttura specializzata del San Raffaele, un percorso lungo e tortuoso, dove non sono mancati momenti di sconforto, ma ad aiutarla c’erano l’amore e la presenza dei genitori, del fratello e degli amici e soprattutto un’immensa voglia di tornare a vivere.
Elisa adesso ha fatto pace con la sua deliziosa immagine, con il suo cuore e con il mondo. Ritornando ad indossare quelle scarpette rosa che aveva appeso al chiodo. Ma questa volta alle sue condizioni. “Oggi sono una persona felice e serena, naturalmente come tutti ho momenti di crisi ma non li risolvo più con il cibo – continua – Vedere il mio papà piangere per come mi ero ridotta è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di rinascita. Non ho paura di ricadere nel tunnel dell’anoressia, perché so che cosa c’è in quell’abisso e quindi sto ben aggrappata alla vita”.
Ma con il suo lavoro di insegnante di danza allo SpazioB di Sesto San Giovanni e con il suo libro Elisa vuole aiutare le ragazze a non cadere in quel baratro che ha rischiato di portarla via alla vita e agli affetti. Oggi purtroppo l’anoressia è molto diffusa e l’età in cui per la prima volta si manifesta è sempre più bassa con bambine che già alle elementari fanno i calcoli con le calorie. Non è solo questione di volersi mettere a dieta per fare la modella – come Elisa ricorda nel suo libro – ma è una bestia che si insinua nel cervello e nell’anima e piano piano ti divora, riflettendo allo specchio un’immagine contorta del tuo io. E prendendoti per mano, lentamente ti conduce alla morte.
“Con il mio libro mi piacerebbe entrare nelle scuole – ci confida Elisa – Parlare con le ragazze, far capire loro che è possibile guarire. Io ce l’ho fatta: ho imparato a dare il giusto valore alle cose e soprattutto ad accettarmi e ad amarmi”.
Elisa ha avuto la forza e la tenacia di reagire quando, il giorno del suo 19esimo compleanno, la psichiatra le ha ricordato che se non avesse cambiato rotta avrebbe avuto solo un mese di vita.
L’anoressia ti conduce alla morte, Elisa però ha scelto la vita. “Oggi a 27 anni guardo il futuro con occhi diversi – conclude – Nel mio futuro vedo l’insegnamento della danza, ma vedo anche una famiglia e al momento giusto i figli. Ho imparato a prendermi cura di me stessa”.
Un inno alla vita raccontato da chi, per anni, ha avuto come ombra la morte. Chi vuole mettersi in contatto con Elisa può inviare un’email a ilbattitoriflesso.edconvalle@gmail.com
Barbara Apicella
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Leggere queste righe mi riempie di felicità! Sono la tua lontana amica che è tanto orgogliosa di te e della forza che ogni giorno hai tirato fuori per raggiungere questo traguardo! Ricordo quei giorni difficili e mi chiedo come possano tante ragazze vivere tutto ciò arrivando ad un passo dall’autodistruzione quando la vita è la cosa più bella e importante che abbiamo… La felicità è altro, non l’aspetto fisico o i commenti della gente… La felicità è amare la propria famiglia, voler bene agli amici e condividere tempo con loro, innamorarsi del proprio lavoro, godersi la fortuna di poter viaggiare o accontentarsi delle possibilità che si hanno, fare del bene agli altri senza pretendere niente in cambio, vivere ogni giorno col sorriso e ringraziando per quello che abbiamo a differenza di chi si ammala senza volerlo e non può farci nulla… Tirate fuori la forza che ha avuto Elisa e iniziate a prendere in mano la vostra vita per viverla al meglio ed essere persone migliori! L’aspetto fisico non conta se accanto avete le persone giuste! In bocca al lupo a tutte e un abbraccio grandissimo alla mia migliore amica! Ti voglio bene.
Sara