MILANO – Per qualcuno non sarà più un problema andare allo stadio ad assistere a una partita o a un concerto, al centro commerciale anche il primo giorno dei saldi o alla vigilia di Natale, sul pullman o sul treno superaffollato nelle ore di punta. Adesso l’agorafobia – cioè il timore di trovarsi in spazi aperti e/o affollati – si può curare. Con la realtà virtuale.
Un servizio innovativo e certamente utile quello messo a punto al Centro Auxologico. Una bella notizia per quell’1 per cento della popolazione che a causa dell’agorafobia si trova limitato nella vita sociale, dovendo rinunciare a momenti anche divertenti e piacevoli. Non una semplice paura, ma una vera e propria fobia che paralizza chi potrebbe trovarsi in quella situazione, facendosi prendere da attacchi di ansia e di panico.
Adesso questo disturbo può essere affrontato avvalendosi delle nuove tecnologie. Presso il Centro di Telepresenza Immersiva Virtuale di Auxologico è stato attivato un percorso innovativo che unisce ad alcuni principi della terapia cognitivo-comportamentale le innovazioni tecnologiche come la Realtà Virtuale.
Vengono ricreate situazioni fobiche in un ambiente controllato e avendo sempre il supporto dello psicoterapeuta. Ogni seduta sarà svolta all’interno di ambienti virtuali che il paziente reputa rilassanti e che sono preposti alla messa in pratica della tecnica del biofeedback e in scenari in cui sarà messo a confronto con quello che lo spaventa. Durante le sedute il paziente non sarà mai solo, ma sempre affiancato dallo specialista. L’ospedale milanese è il primo istituto al mondo ad aver realizzato il “cave” un dispositivo che, sfruttando la Telepresenza Immersiva Virtuale, simula in modo estremamente realistico e interattivo situazioni e contesti di vita quotidiana nei quali è possibile riabilitare il paziente. Senza alcun rischio o pericolo per il paziente che, al massimo, potrebbe provare un leggero senso di nausea che scompare quando si termina la seduta virtuale.
L’agorafobia di solito viene diagnostica intorno ai 20 anni (in seguito soprattutto a periodi di forte stress) e difficilmente oltre i 55 anni e in rarissimi casi regredisce spontaneamente. Ci sono diverse situazioni che possono paralizzare chi ne soffre: dall’utilizzo di mezzi (auto, autobus, treni, navi, aerei), al trovarsi in spazi aperti come parcheggi, mercati, ponti o in luoghi chiusi come negozi, teatri, cinema, lo stare in mezzo alla folla o semplicemente l’uscire di casa. Situazioni che penalizzano fortemente la vita sociale di chi ne soffre.
Adesso con questa nuova metodologia, superare questa fobia sarà più facile.
Per ulteriori informazioni inviare un’email cave@auxologico.it