VARESE – Era a casa dal lavoro in malattia, ma faceva regolarmente l’arbitro di calcio. Un agente di Polizia della Questura di Varese è stato sospeso dal lavoro. Il decreto era stato firmato nel 2013 e, dopo cinque anni di battaglia nel tribunale amministrativo regionale, ieri è arrivata la sentenza.
Il poliziotto si era messo in congedo per malattia per tre volte, lamentando rispettivamente “enteropatia tibiotarsica, colica addominale, faringite”. Tuttavia si era scoperto che andava regolarmente in campo, indossando la sua casacca da arbitro di calcio, per dirigere le partite delle serie minori.
Per questo motivo il poliziotto nel 2013 era stato sospeso per sei mesi con un provvedimento che è stato confermato in questi giorni dal Tar lombardo, a cui l’agente aveva presentato ricorso, non accettando il decreto emanato dai vertici della Polizia. Lo stesso agente che era in servizio alla Questura di Varese, tra l’altro, come spiegano i giudici della terza sezione presieduta da Alberto Di Mario, ha cercato di difendersi sostenendo “di non essersi reso conto che le attività ludiche illegittimamente svolte avrebbero potuto aggravare le patologie di cui lo stesso sarebbe stato affetto”.