La stagione balneare sta per concludersi. Gli addetti ai lavori stilano il bilancio dell’estate 2018, pensando già a quella successiva per un ulteriore rilancio del turismo. Puntando, non solo su hotel, ristoranti, spa, discoteche, spazi ad hoc per la clientela con bambini e con animali. Ma anche e soprattutto sulla tutela della salute in riva al mare.
Si parlerà anche di spiagge “smoke free” al Summit G20’s, il primo summit delle più prestigiose località balneari di sette regioni (Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Campania, Puglia, Toscana e Sardegna), con l’obiettivo di ampliare l’esperienza pionieristica di Bibione al resto d’Italia. Un evento di portata nazionale che si svolgerà a Bibione dal 5 al 7 settembre.
La prestigiosa località balneare in provincia di Venezia è infatti la prima spiaggia italiana “Smoke free”: nel 2011 intraprese la sperimentazione del progetto “Respira Mare”, per poi trasformarlo in divieto di fumo tre anni dopo. Sigarette vietate nell’area della battigia (dalla prima fila di ombrelloni fino alla riva del mare) e quest’anno ampliato con successo anche alle zone dell’arenile e del faro.
L’iniziativa fin da subito è stata abbracciata anche dal dottor Roberto Boffi (pneumologo e responsabile del Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) che da sempre combatte contro il fumo. Una battaglia portata avanti non solo per la tutela dei fumatori con la scienza che da decenni diffonde i dati negativi del fumo; ma anche in difesa di chi il fumo lo deve subire. Il fumo passivo ha effetti altrettanto dannosi. Il fumo passivo esiste anche in spiaggia, malgrado qualcuno possa pensare che il fumare in spazi così aperti non crei fastidi e danni alla salute.
Su questo tema l’Istituto dei Tumori di Milano nel 2015 ha anche realizzato uno studio, svolto dall’équipe guidata dal dottor Boffi. Uno studio che ha messo in evidenza che anche in spiaggia a circa 10 metri di distanza e con una velocità media del vento di 2,7 m/sec, si generano picchi molto elevati di inquinamento (250 microgrammi/mc), che si verificano contemporaneamente alla percezione olfattiva. Pur durando solo pochi secondi, questi picchi sono di uno o due ordini di grandezza superiori non solo a livello basale della spiaggia, ma anche a quello generato dal traffico alla rotonda di ingresso della località, una zona a elevato traffico veicolare. Oltre al danno ambientale con i mozziconi di sigaretta abbandonati sulla sabbia o gettati in mare.
Il Comune di Bibione ha creduto profondamente in questo progetto e malgrado le iniziali preoccupazioni di eventuali perdite di turisti, la scelta di rispettare la salute dei suoi bagnanti ha ripagato, con un importante aumento di presenze arrivando ai livelli di pre crisi di 6milioni di turisti.
Come ha confermato il sindaco di Bibione Pasqualino Codognotto, in un videomessaggio. “L’iniziativa non deve essere percepita come un divieto – ha spiegato – Abbiamo spiegato ai turisti che non si fuma lungo la battigia per permettere a tutti di respirare davvero l’aria di mare”. L’iniziativa ha riscosso un grande successo sia tra i bagnanti italiani sia tra quelli tra quelli stranieri ampliando perciò il divieto anche in altre aree turistiche della località. “Si sta creando una cultura della vacanza dove il fumo deve essere messo da parte – ha proseguito il primo cittadino – Porteremo questa buona pratica di Bibione anche al G20 delle località balneari con l’augurio che altre spiagge la copino”.
Una battaglia nella quale crede profondamente il dottor Boffi che sarà ospite dell’evento. “Cercherò di convincere altri sindaci e rendere le loro rinomate località balneari finalmente senza fumo” ha annunciato sul suo profilo Facebook.
Speriamo che questa battaglia contro il fumo all’aperto (per tutelare anche la salute di chi il fumo la subisce) non si limiti alle grandi spiagge italiane, ma anche ad altri grandi spazi aperti. Perché chi non fuma non debba sorbirsi il fumo degli altri.
Nel frattempo un consiglio a chi, alla sigaretta non riesce a rinunciare. A settembre è tempo di buoni propositi: iniziamo con lo spegnere definitivamente la sigaretta. Non sarà facile, ma sul territorio le strutture ci sono: rivolgetevi al Centro antifumo della Ats o a quello dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.
Barbara Apicella