Sull’epidemia di polmonite adesso indaga la Procura, inviando i Nas. La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta con il reato di epidemia colposa. I militari del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità stanno raccogliendo i dati relativi agli accessi in ospedale, in costante contatto con i vertici dell’Ats.
A dar man forte al team che sta indagando su questo allarme che ha contagiato oltre duecento persone c’è anche l’Ordine nazionale dei biologi. “Non è stato, purtroppo, ancora identificato l’agente patogeno che ha dato vita all’infezione endemica che ha provocato più di un centinaio di casi di polmonite e alcuni decessi nel Bresciano – si legge sul sito dell’Ordine – Fermo restando il doveroso rispetto che si deve alle istituzioni sanitarie preposte ad intervenire nella specifica circostanza, l’Ordine Nazionale dei Biologi ha ritenuto di costituire una “task-force” da mettere a disposizione di tutti gli enti locali, dei consorzi idrici e di chiunque altro ritenesse necessario avvalersi della gratuita consulenza dei propri esperti. Della “task force” faranno parte il professor Antonio Toniolo, microbiologo, professore di Microbiologia Medica dell’Università dell’Insubria a Varese; il professor Marco Guida, Igienista, docente di Igiene Generale e Applicata all’Università Federico II di Napoli e la dott. Antonietta Gatti, ricercatrice, esperta in materia di inquinamento da polveri sottili”.
Intanto il Codacons Lombardia avanza denuncia-querela contro le Pubbliche Amministrazioni e le società di gestione della rete idrica “L’art. 32 della Costituzione Italiana garantisce il diritto alla salute dell’individuo, qualificandolo quale diritto fondamentale e interesse primario della collettività – riferisce nella nota stampa – Le Pubbliche Amministrazioni (Regione e Comuni) sono tenute a vegliare sul rispetto delle regole utili ad assicurare l’effettività dei principi individuati dalla Costituzione. Le imprese private che offrono servizio alla collettività, su incarico pubblico, devono operare professionalmente in maniera ligia alle regole prestabilite, con particolare attenzione alle norme e ai criteri di sicurezza. L’eventuale assenza di controlli tempestivi sui campioni d’acqua della rete idrica, del suo costante monitoraggio e l’eventuale mancanza di diligenza delle imprese che gestiscono l’afflusso dell’acqua potabile presso le case dei cittadini possono avere gravissimi effetti collaterali quali il contagio collettivo a cui stiamo assistendo”.