MONZA – Il suono della prima campanella ormai è arrivato. Un momento tanto atteso, da qualcuno temuto: i pianti dei più timidi, gli abbracci ritrovando i vecchi compagni di scuola, la gioia di raccontare le vacanze e di imparare tante storie nuove. Gli occhi lucidi dei genitori che vedono i figli diventare grandi e quell’emozione degli insegnanti di intraprendere un viaggio con il futuro del mondo.
Queste scene qualcuno le ha viste per quasi quarant’anni: a settembre puntuale ed orgoglioso dalla sua postazione suonava la campanella, apriva il portone e si faceva inondare da quel fiume di bambini che durante l’anno scolastico lo avrebbero considerato il punto di riferimento della scuola. Da lui andavano quando stavano poco bene, a lui confidavano la paura delle interrogazioni, la gioia del bel voto, ma anche i litigi a casa, l’emozione per l’arrivo del fratellino o si rifugiavano tra le sue braccia piangendo per la perdita della nonna.
Una storia intensa e un legame profondo con la scuola e con quei suoi tantissimi scolari quella che Nick Di Cuonzo ha raccolto e raccontato nel suo libro autobiografico “Nick Raffaele e i suoi 4.037 scolari” scritto a quattro mani da Nick, storico custode della scuola elementare De Amicis, e dal giornalista monzese Luciano Mutti. Un libro a lungo rimasto nel cassetto e pubblicato solo qualche mese fa, dopo la morte del compianto giornalista de Il Giorno.
Quasi trecento pagine ricche di foto e di ricordi di una Monza che fu, quella Monza nella quale Nick Di Cuonzo arrivò ancora bambino dalla sua amata Potenza e dove si è fatto voler bene e apprezzare. Classe 1948, nato il 24 ottobre nel garage magazzino del nonno nel 1960 arrivò a Monza con la sua famiglia.
Nick Di Cuonzo non è capace di stare con le mani in mano: il lavoro in quegli anni certamente non mancava e c’era sempre bisogno di portare a casa qualche soldo per aiutare i parenti. Ma nel frattempo il giovane Nick frequentava i corsi serali ottenendo quell’agognato pezzo di carta, quel diploma magistrale che gli permetterà poi di diventare custode della scuola elementare più antica di Monza.
Non è stato facile condensare la vita di Nick Di Cuonzo in poco meno di trecento pagine. Mille volti di un personaggio che ha visto crescere intere generazioni di monzesi. La base delle sue attività era la scuola De Amicis che con un nodo in gola ha dovuto lasciare pochi anni fa, quando è arrivato il momento dell’agognata pensione.
Per quarant’anni dal suo appartamento attiguo alla scuola, dove con la moglie Mariangela ha cresciuto i figli Deborah e Cristian, Nick Di Cuonzo ha vigliato sulla De Amicis: sventando atti vandalici, intrusioni notturne, intervenendo tempestivamente a cambiare la lampadina fulminata o a chiamare i tecnici per l’ascensore fuori uso. Nick è sceso anche in campo per difendere la sua scuola quando già nel 1996 si ventilava la chiusura dell’istituto. E da Nick andavano i genitori a chiedere informazioni sul futuro della De Amicis, si mobilitavano per le manifestazioni, si riunivano i giornalisti a caccia di notizie.
Alla De Amicis Nick Di Cuonzo ha organizzato corsi, concerti, ha avvicinato genitori e bambini al mondo della musica, ha promosso eventi benefici, ha sostenuto le associazioni sempre a caccia disperata di spazi dove riunirsi. Alla scuola De Amicis Nick Di Cuonzo ha rischiato anche di morire in quel lontano 1982 quando scoppiò un incendio: Cristian e Deborah stavano guardando la televisione, immediato l’allarme e l’arrivo dei vigili del fuoco che riuscirono a sventare la tragedia, ma i danni alla casa del custode furono ingenti.
Un vulcano di idee quello che emerge leggendo l’autobiografia di Nick Di Cuonzo: perché per chi lo conosce, in primis i suoi alunni, Nick non è stato solo il custode dello De Amicis. Tutt’altro. Nick è stato anche fotografo per giornali nazionali, rappresentante per una nota marca di patatine, arbitro di calcio rischiando più di una volta anche di essere malmenato, ciclista. Ma anche e soprattutto compositore e musicista. Le note sono la parte più importante e cara della vita di Nick Di Cuonzo: una carriera che lo ha visto esibirsi con jazzisti di fama nazionale e internazionale, realizzando anche cd e tournée all’estero. Ma divertendosi anche a suonare alla festa della scuola, all’evento benefico dell’associazione di volontariato e con il suo sax a intonare le note del “Silenzio” durante le esequie di amici militari.
Ma Nick è molto altro: le numerose immagini che si susseguono nella sua autobiografia non solo raccontano la storia del mitico bidello della De Amicis, ma sono il ritratto di una società e di una Monza che ancora non conosceva i social network e dove le condivisioni e gli annunci si muovevano sul passaparola. O su quei giornali locali per i quali Nick è sempre stato preciso informatore, ma anche protagonista con la sua amata scuola De Amicis e con i suoi amati studenti.
Tante foto che un tempo i suoi alunni ammiravano sulla bacheca della De Amicis e con orgoglio dicevano: il nostro custode con Franco Califano, Niky Lauda, Eros Ramazzotti, Fausto Leali adesso sono raccolte nella sua autobiografia. Un custode che si riscopre in queste pagine in cui i suoi alunni sono l’anima della sua vita. Per le copie inviare un messaggio a Nick Di Cuonzo attraverso la pagina facebook
Barbara Apicella
1 Comment
E una bella e interessante iniziativa del nuovo sistema di informazione a livello Nazionale. Complimento. Ne a tutti amici e parenti. No