MONZA – Ambiente e salute, un legame indissolubile, considerando la stretta correlazione tra l’uomo e lo spazio che lo circonda. Un binomio inscindibile anche per BrianzAcque che, a Roma, ha partecipato al convegno “Emergenza cancro – Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti”. L’evento, promosso dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), si è svolto martedì, 19 settembre alla Camera dei Deputati (Auletta dei Gruppi Parlamentari). Unico gestore pubblico dell’idrico invitato a portare il proprio contributo ai lavori, BrianzAcque è stata presentata come esempio di società, impegnata a migliorare la qualità dell’acqua potabile e a ridurne lo spreco. Nel suo intervento, il Presidente e Ad, Enrico Boerci ha illustrato quanto fa l’azienda per portare avanti attività che, in alcuni casi, vanno al di là del mero ruolo di gestore del Servizio Idrico Integrato (SII). “ La qualità e la salvaguardia dell’acqua, bene prezioso e non illimitato, rappresentano obiettivi che perseguiamo quotidianamente a 360°”. Per questo, abbiamo investito in sofisticate apparecchiature che, sfruttando tecnologie d’avanguardia, ci consentono di dare la caccia anche ai microinquinanti emergenti e, di conseguenza , di distribuire ai cittadini una risorsa idrica sicura, controllata da analisi di laboratorio sempre più affinate. Controlli all’insegna della massima trasparenza, pubblicati on line sul nostro sito con cadenza mensile”. Il numero 1 della monoutility dell’idrico brianzolo, si è quindi soffermato sulle diverse iniziative di sensibilizzazione messe in atto con le scuole, la Pubblica Amministrazioni, bar e ristoranti e con il mondo dello sport , da un lato, per abbattere il consumo di bottiglie di plastica e l’inquinamento e ,dall’altro, per favorire il consumo sempre più consapevole dell’acqua di rete.
Vito Felice Uricchio, direttore del CNR IRSA con cui BrianzAcque da tre anni ha in corso una partnership, ha spiegato: “L’attenzione alla qualità delle acque amplifica la sua portata quando ci si riferisce alle sostanze cancerogene che ne insidiano il loro utilizzo continuo e sicuro in ogni ambito, potabile, civile e industriale. Una visione che punti all’innovazione può consentire di perseguire la giusta percezione della contaminazione ma può anche ottimizzare l’uso dell’acqua e offrire sistemi tecnologici per la rimozione di tali pericolosissimi contaminanti, mantenendo inalterati gli standard di qualità”. Sempre nella stessa sessione dedicata all’H2O, Vincenzo Belgiorno, Professore Ordinario di Ingegneria Ambientale UNISA ha spiegato: “I contaminanti emergenti, ancora poco noti e non identificati nelle normative, rappresentano la sfida attuale della comunità scientifica per la tutela della salute pubblica. Tra di essi, i sottoprodotti della disinfezione delle acque, i pesticidi, i metaboliti dei composti farmaceutici o i prodotti per la cura personale, spesso usati in eccesso, scaricati nelle acque reflue o tra i rifiuti, contaminano cibo e risorse idriche con grave impatto per l’ambiente e per la salute dell’uomo. Le procedure di analisi di rischio, gli approfondimenti sui cicli di vita di ogni composto e le potenzialità delle soluzioni tecnologiche di controllo consentono di tracciare una strada per identificare le priorità e imporre le risposte necessarie”.
All’evento, che ha avuto grande eco mediatico, hanno partecipato numerosi rappresentanti del Governo, del Parlamento, delle Associazioni di consumatori, della scienza e dell’imprenditoria, riuniti per fare il punto sulle criticità nel rapporto tra ambiente e condizione fisica e proporre possibili soluzioni per ridurre gli effetti dell’inquinamento sulla salute e qualità di vita. Tra gli altri, sono intervenuti Massimo Inguscio, Presidente CNR, Angelo Lino Del Favero, Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Malagò, Presidente CONI, Antonio Felice Uricchio, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” ed Elio Franzini, Rettore eletto dell’Università degli Studi di Milano. Rispondendo alla domanda: “Ma quali risposte si possono adottare per limitare i danni da inquinamento sulla salute umana?”, Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale e docente di Prevenzione Ambientale del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano si è così espresso: “I cittadini si credono talvolta impotenti di fronte a questo tema ma invece sono proprio loro a poter cambiare la situazione con scelte consapevoli, a partire dagli acquisti piccoli o grandi di tutti i giorni. I nostri consumi possono modificare il mercato e nello stesso tempo costringere le aziende produttrici a essere veramente ecosostenibili: pretendiamo, quindi, alimenti, elettrodomestici e prodotti di uso quotidiano che siano scientificamente validati da Enti pubblici italiani. Ci sono poi semplici regole che ognuno di noi può seguire a casa propria per fare prevenzione ambientale – dall’utilizzo di bottiglie d’acqua in vetro anziché in plastica ai piccoli accorgimenti per migliorare la qualità e ridurre lo spreco di acqua potabile – e per evitare i danni causati dall’eccessiva esposizione all’inquinamento indoor e ai campi elettromagnetici (www.prevenzione.life). Quello che facciamo oggi avrà ricadute tangibili tra 30 anni: dobbiamo quindi agire subito per consegnare alle future generazioni un ambiente sostenibile”.