“Mamma le persone così ignoranti vanno ignorate. Io faccio così!”. Una lezione di vita che Erika Defendi ha ricevuto dal figlio adolescente dopo che alcune ragazzine nel centro di Bergamo lo scimmiottavano e lo prendevano in giro per quell’andatura difficoltosa che si porta dietro fin dalla nascita.
La sua mamma presa da una grande rabbia non è rimasta zitta: come si permettevano a deridere un adolescente affetto da displagia ma a smuovere quella situazione è bastato l’intervento di Maruen, 15 anni di saggezza e certamente altrettanti di derisioni che con quella frase ha bloccato la sua mamma e ha dato una lezione di vita alle bullette.
Dopo quell’esperienza Erika Defendi ha deciso che era giunto il momento di fare qualcosa, di dire basta al bullismo che colpisce i più deboli e indifesi, di combattere contro quell’ignoranza che ferisce non solo il corpo ma anche l’anima, ignoranza e cattiveria che spesso arrivano direttamente dai coetanei. E’ nato così il gruppo Facebook “Tutti con i Erika Defendi” che in pochi mesi ha raccolto tantissime adesioni e che si sta impegnando per abbattere questo muro.
Erika ha lanciato anche un hashtag: #iononsonounbullo che trasformata in una targa è già stata abbracciata da molti amici. Ma l’obiettivo è andare oltre, far arrivare questo messaggio ai carnefici, ai genitori dei bulli ma anche a quelli dei bullizzati.
“Quando tuo figlio è un bullo il problema spesso è proprio all’interno della famiglia – ricorda Erika Defendi – Non è facile individuare e accettare la situazione”.
Ma non è altrettanto facile per un genitore di un ragazzo che subisce atti di bullismo comprendere che cosa sta succedendo. “Ci devono essere sempre dialogo e attenzione ai cambiamenti dei nostri figli – continua – Non è facile, ma è l’arma che abbiamo a disposizione. Dobbiamo captare tutti i segnali: quando un figlio inizia a chiudersi in se stesso ha bisogno di ascolto, comprensione, di fiducia in se stesso, anche se all’apparenza vorrebbe semplicemente nascondersi e non esistere”.
Una battaglia contro quella cattiveria che non colpisce solo il ragazzo più timido e fragile. “Tutti potremmo un giorno diventare vittime di bullismo – precisa – Un disabile, un anziano e allora non dobbiamo aspettare ad intraprendere questo percorso”.
Dopo quel pomeriggio d’estate tante cose sono cambiate. “Mio figlio sta rifiorendo – ha concluso – Si sta anche impegnando socialmente, si sta avvicinando al mondo della politica e ha scoperto che essere al centro dell’attenzione non è poi così ale”.
Il desiderio di Erika è che la lotta intrapresa e che pian piano sta diventando una rete, continui e si allarghi. La pianta della lotta al bullismo ha bisogno di crescere con la condivisione, l’aiuto e perché no anche la presenza di un testimonial.
“Siamo alla ricerca di un personaggio famoso che creda e abbracci la nostra battaglia”, ha precisato Erka Defendi.
Vip che ci leggono ne abbiamo?
Barbara Apicella