E’ stato una delle persone più discusse all’interno della Chiesa negli ultimi vent’anni. Il 26 settembre – era l’anno 2006 – si ricorda la clamorosa scomunica di Monsignor Emmanuel Milingo. A destare clamore, più che l’atto finale in sé, da molti invocato e atteso, è a dire il vero l’intera vicenda che lo ha visto protagonista nella sua battaglia contro le leggi della Chiesa.
Già si tratta di un personaggio. Perché Milingo, prima ancora di essere travolto dalle polemiche, è un sacerdote con un forte impatto mediatico. Lasciato lo Zambia, arriva in Italia nel 1983 per occuparsi della pastorale per i migranti. La gente, tuttavia, lo identifica soprattutto per il suo ruolo di esorcista e di guaritore: la folla lo segue nelle sue apparizioni pubbliche.
In pochi se lo ricorderanno, ma al culmine della sua notorietà, Milingo nel 1997 viene invitato anche al Festival di Sanremo per cantare come ospite. Nessuno sarà in grado di fischiettare il motivo di “Kavundu vundu”, ma vi basti pensare che il cd contenente la canzone è prodotto nientemeno che da Lucio Dalla.
Pochi anni dopo, però, le prime frizioni con la Chiesa. Nel 2001 dopo essersi avvicinato al reverendo al predicatore coreano Sun Myung Moon, il fondatore della Chiesa dell’Unificazione, sposa all’età di 71 anni la coreana Maria Sung. Sposa scelta dal predicatore Moon, che celebrerà il matrimonio dei due a New York.
Per il Vaticano è inaccettabile. Arriva la sospensione a divinis, come previsto dal diritto canonico. Non può più celebrare la Messa. Nell’agosto 2001 l’incontro con Papa Giovanni Paolo II che lo convince a riavvicinarsi alla Chiesa. La sospensione viene revocata, lui viene spedito a meditare in Argentina.
Nel 2006, però, il dietrofont. Rieccolo con la moglie Maria Sung in una conferenza stampa a Washington, dove inizia la sua battaglia contro il celibato ecclesiastico. Dal Vaticano gli impongono di scrivere una lettera per chiedere perdono al Santo Padre, ora Benedetto XVI, ma lui proseguirà per la sua strada. Non solo: negli Stati Uniti ordinerà vescovi quattro sacerdoti senza alcuna autorizzazione. Per lui e per tutti loro arriva la scomunica. Per la Chiesa, senza dubbio, una ferita che ha lasciato a lungo il segno.