CESANO MADERNO – Dal 22 ottobre niente pasti ai bambini che non hanno pagato la mensa. Giro di vite per le famiglie morose: a partire dal 22 ottobre la ditta Sodexo (che per contratto deve riscuotere il pagamento delle mense scolastiche nel Comune di Cesano Maderno) non servirà i pasti a chi non è in regola con i pagamenti.
Una decisione condivisa anche dall’Amministrazione comunale e che prevede step graduali per permettere ai genitori non in regola di sistemare la propria posizione, anche attraverso rateizzazioni. I genitori avranno tre settimane di tempo, poi dal 22 ottobre ai bimbi morosi non verrà servito il pasto.
Una decisione che arriva dopo un anno di continui solleciti da parte dell’azienda che dall’inizio dello scorso anno scolastico ha più volte invitato le famiglie a mettersi in regole avvisandole con sms, telefonate e lettere. Ma senza risultati. Da qui la celta di Sodexo di passare all’estrema ratio: niente pasti per i figli delle famiglie che non hanno saldato il debito.
Ieri, lunedì 1 ottobre, sono state inviate le prime comunicazioni: 46 famiglie riceveranno le lettere di avviso di sospensione dell’erogazione del pasto a partire dal 22 ottobre per morosità accumulate nell’anno scolastico 2017/2018 e che hanno superato i 500 euro. Ogni raccomandata è stata accompagnata da una comunicazione a mano.
Il 15 ottobre verranno inviate altre 86 lettere alle famiglie che non sono in regola con i pagamenti del precedente anno scolastico con morosità che variano dai 200 ai 499 euro. Se il debito non verrà saldato a partire dal 5 novembre anche a questi studenti non verrà erogato il servizio.
Sono previsti provvedimenti anche per coloro che hanno accumulato una morosità inferiore ai 200 euro: sono in fase di studio le modalità di intervento.
“È importante che le famiglie coinvolte si mettano al più presto in contatto con le scuole per trovare soluzioni ai problemi, anche alla luce delle ultime sentenze dei Tar regionali (ad esempio, portare il panino da casa è possibile, ma va consumato in uno spazio separato dalla mensa, con la garanzia della vigilanza)”, si legge nella nota stampa del Comune.
Una soluzione alla quale l’Amministrazione comunale avrebbe preferito non arrivare. “Con dispiacere abbiamo dovuto avvallare questi provvedimenti – dichiara l’assessore all’Istruzione Pietro Nicolaci – La mancanza di responsabilità delle famiglie ricade sui minori. Per le scuole questo provvedimento comporterà anche un’ulteriore difficoltà organizzativa. Non è ammissibile che alcune famiglie pensino di non pagare un servizio, facendolo gravare sulla collettività”.
Le morosità più importanti, quelle che superano i 500 euro, riguardano come ha precisato l’assessore famiglie che nello scorso anno scolastico non hanno pagato neppure un pasto. “Tale cifra indica chiaramente che la famiglia paga il pasto intero, (4,80 euro), senza alcuna riduzione Isee – precisa Nicolaci – Il Comune, su circa 2.200 pasti giornalieri, applica riduzioni Isee (dal 20 al 70 per cento) per più di 700 famiglie. L’Amministrazione si fa già carico delle famiglie in difficoltà. Perciò non è più accettabile che ci siano i “furbetti” che hanno disponibilità economica ma non pagano la mensa. In più, dai riscontri effettuati, risulta una buona percentuale di famiglie “recidive”, cioè che non hanno pagato neanche negli anni precedenti. In questi casi, l’Amministrazione sta per avviare una procedura di recupero coatto”.
La scelta del tempo pieno (che comporta il pagamento della mensa il cui costo viene annunciato preventivamente) non è obbligatorio. “Non si può pensare di usufruire del tempo pieno e poi non pagare il servizio mensa – conclude l’assessore – L’amministrazione è a disposizione delle famiglie che veramente sono in difficoltà”.
B. Api