PARIGI – Così tanti visitatori da queste parti non se li ricordava nessuno: il museo Jacquemart-André, per consentire a tutti di potere ammirare la mostra”Caravaggio a Roma – amici e nemici”, ha deciso di aprire in via eccezionale anche nel dopocena di tutti i venerdì fino a gennaio.
E’ davvero un successone la mostra voluta dall’Institut de France, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali. In tutto dieci tele di Caravaggio, di cui sette esposte in Francia per la prima volta in assoluto. E, accanto ai dipinti del grande artista, ecco quadri di Cavalier d’Arpino, di Annibale Carracci, Orazio Gentileschi, Giovanni Baglione, lo Spagnoletto (Josè de Ribera), in un evidente clima di grande effervescenza artistica a Roma e dintorni. Dalla mostra emergono i rapporti che Caravaggio aveva tessuto con gli intellettuali contemporanei a Roma e con i collezionisti e gli artisti più in vista. Ne esce un quadro generale della vita romana all’inizio del XVII secolo, degli anni in cui Caravaggio fece conoscenza con il marchese Giustiniani e il cardinale Francesco Maria Del Monte, due dei suoi più munifici mecenati.
Ma Caravaggio non ebbe solo amici e sostenitori e la mostra si diffonde anche i suoi nemici e rivali. La vita avventurosa, fatta a volte di rudi diverbi, risse, ostilità di Caravaggio con alcuni suoi contemporanei, arriva al suo punto di non ritorno nel 1606, quando il pittore uccide, in duello, Ranuccio Tomassoni. Condannato a morte, Caravaggio è costretto all’esilio, pur se i suoi protettori ed estimatori lo seguiranno sempre da lontano.
Nella mostra si stagliano opere provenienti da musei come Palazzo Barberini, Galleria Borghese e i Musei Capitolini, dalla Pinacoteca di Brera a Milano, dai Musei di Strada Nuova di Genova, dal museo civico “Ala Ponzone” di Cremona. Il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo ha concesso il prestito dell’ammiratissimo “Suonatore di Liuto”.
La maggiore attrazione, tuttavia, è la possibilità più unica che rara di ammirare – una di fianco all’altra – le due versioni della “Maddalena in estasi” dipinta durante la fuga. Entrambe provenienti da collezioni private. Con quel volto di Maddalena, peccatrice pentita, da sembre considerato così misterioso, tanto che secondo alcuni critici il riferimento sia stato quello di un cadavere di una donna.
I visitatori possono ammirare la “Maddalena in estasi” dai più conosciuta, nota come “Klain”. E in via del tutto eccezionale la possono confrontare con una seconda versione scoperta nel 2015, esposta soltanto una volta a Tokyo nel 2016. Qualcuno mette in dubbio l’originalità, ma per molti critici la mano è quella del famoso pittore italiano.