MONZA – Sergio Bramini non molla la presa: oltre a lavorare per l’abolizione dell’articolo 560 (legge 119/2016 Renzi-Boschi) è impegnato con il vicepremier Luigi Di Maio all’istituzione di un fondo di garanzia per gli imprenditori, ed entro la fine dell’anno dovrebbe partire anche la commissione inchiesta sulle banche.
L’annuncio ieri pomeriggio, con un videomessaggio sui social, insieme all’onorevole pentastellato Gianluigi Paragone, per fare il punto della situazione sul lavoro svolto e anche per allontanare le voci di maretta tra l’imprenditore monzese fallito a causa dello Stato e il Governo giallo-verde. Sergio Bramini è sempre il consulente di Di Maio e sta lavorando per una rapida (ma a quanto pare non immediata) abrogazione dell’articolo 560, oltre all’istituzione di un fondo garanzia per gli imprenditori.
La priorità resta quella dell’abolizione di quell’articolo che, ad oggi, permette lo sloggio dall’abitazione dei morosi ancor prima che l’immobile venga venduto all’asta e anche in presenza nel nucleo familiare di minori, disabili e anziani. Bramini, però, specifica che le banche non devono temere l’abrogazione di questo articolo. “Le banche sono creditrici e i debitori devono pagare – spiega – Ma ai debitori deve essere dato il tempo di potersi organizzare, non si possono far finire le persone sotto un ponte, a dormire in auto o nel cartonato dietro la chiesa”.
I tempi della politica e della burocrazia non coincidono però con quelli delle reali esigenze della popolazione. “Il 50 per cento dei prossimi 160mila sloggi avverrà utilizzando l’articolo 560 – prosegue – Una violenza inutile, con l’impiego delle forze dell’ordine e del fabbro”.
Un’abrogazione che tarda ad essere applicata. Bramini però rassicura le banche specificando che “nella mia proposta di abrogazione ho inserito anche eccezioni – precisa – Come per esempio per coloro che danneggiano l’abitazione o non permettono la visita ad eventuali acquirenti. Purtroppo i tempi dell’abrogazione dell’articolo 560 sono lunghi, ma la gente non ce la fa più e anche le banche dovrebbero stendere la mano”.
Nel frattempo Bramini continua a lavorare, malgrado i tempi biblici della burocrazia e della politica contro i quali, sia il consulente di Di Maio sia l’onorevole Paragone, si sono più volte scontrati.
Monza e la Brianza non si sono dimenticati della vicenda dell’imprenditore monzese che vantava dallo Stato 4 milioni di euro: un debito mai saldato che ha portato Bramini al fallimento, perdendo anche la sua casa. Il gruppo facebook EasyMonza sta sostenendo concretamente la petizione on line lanciata da Bramini per abrogare l’articolo 560, raccogliendo quasi 50mila firme.
Barbara Apicella