MILANO – Dalla Siria, parlando coi suoi genitori e con la sorella via Skype, Maria Giulia ‘Fatima’ Sergio lanciò nel 2015 “un vero e proprio proclama del programma terroristico del cosiddetto ‘Stato islamico’, che dimostra la piene e completa partecipazione” della giovane all’Isis, in cui “si è inserita per il concreto compimento di tutte le attività di supporto riservate alle donne ed anche oltre, nonché l’estrema pericolosità della sua azione”.
Lo scrive la Corte d’Assise d’appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui ha confermato la condanna a 9 anni di carcere per la prima foreign fighter italiana che viveva a Inzago, nel Milanese, e di cui non si hanno più notizie da tre anni.
La Corte, accogliendo le richieste del sostituto pg Nunzia Ciaravolo, aveva confermato anche per gli altri imputati le pene inflitte in primo grado, tra cui 10 anni al marito di Fatima, l’albanese Aldo Kobuzi, anche lui partito per la Siria per andare a combattere nell’autunno 2014 e di cui non si sa più nulla.