MONZA – La solidarietà viene servita a tavola. Per una sera i senzatetto e le persone in difficoltà potranno cenare nel cuore del cento storico, in un ristorante davvero particolare.
I portici dell’Arengario ospiteranno la seconda edizione della “Tavolata solidale”: questa sera, sabato 13 ottobre, dalle 19.30 i commensali potranno riscaldarsi con un gustoso piatto di pasta e fagioli. Un evento organizzato in occasione della Giornata Mondiale contro la povertà e che già l’anno scorso aveva riscosso un grande successo.
Tante le persone in difficoltà che, dopo l’iniziale reticenza e imbarazzo, si sono accomodati alla grande tavolata allestita in piazza Roma. Le barriere si sono immediatamente annullate: una cena diversa, preparata appositamente per loro, con una ampia schiera di volontari che, non solo dispensavano bis o tris di pasta e fagioli e di pagnotte fresche, ma anche e soprattutto sorrisi, pacche sulle spalle o un caloroso saluto.
L’evento, promosso dal Comune, è realizzato grazie all’ampia schiera di volontari che, provenienti da realtà associazionistiche diverse, operano a diretto contatto con coloro che stanno attraversando un momento di difficoltà economica. C’è chi non ha neppure una casa, c’è chi vive in automobile o al dormitorio. Ci sono uomini e donne di ogni età che anche nella ricca città di Monza non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena.
Non è facile chiedere aiuto, non è facile neppure accomodarsi alla tavolata in piazza, ma è proprio grazie al tatto e alla gentilezza dei volontari che questo evento è un successo.
Merito quindi alla Caritas, ai City Angels, alla Croce Rossa (di Monza, Villasanta e Brugherio), alla Chiesa Evangelica del Nuovo Giorno, alla Fraternità Francescana, ai Mormoni della Chiesa di Gesù Cristo S.U.G, al Progetto “Il viaggio di Ulisse”, alla rete “Pane e Rose”, alla San Vincenzo Centro Polifunzionale, agli Scout di Monza, alle Suore Misericordine e ai Volontari per l’Inclusione Sociale.
Una Monza diversa, una Monza che è cuore pulsante, l balsamo che riesce a lenire le sofferenze di chi, per colpa o per i casi della vita, si ritrova in mezzo a una strada. Una cena solo per tendere una mano, senza giudicare ma imparando ad ascoltare.
Barbara Apicella