Se c’è un’operazione difficile e rischiosa da compiere, una di quelle che tutti definiremmo “missione impossibile”, questo è il nome giusto da ricordare: quello del Gis, il Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri, nato il 18 ottobre 1977. E’ quel reparto costituito dai nostri rambo. Uomini senza paura che, prima ancora della loro vita, hanno come priorità la sicurezza nazionale e tutte quelle operazioni in cui bisogna far valere la forza della legge.
A dare un forte impulso è Francesco Cossiga, ministro degli Interni, che nei difficili anni ’70, quelli della lotta al terrorismo, rimane impressionato dall’operazione “Feuerzauber” condotta dai tedeschi del famoso Gsg-9 in Somalia per liberare 89 persone in ostaggio su un aereo della Lufthansa.
Per creare un corpo simile la scelta è quella di “pescare” i migliori elementi del Primo Battaglione Paracadutisti “Tuscania”, élite dei Carabinieri.
Dopo l’idea del ministro, il reparto diventa operativo il 6 febbraio 1978. Il primo banco di prova è la rivolta nel carcere di Trani il 29 dicembre 1980: i detenuti, capeggiati da terroristi, che saldano i cancelli per impedire ogni accesso dall’esterno. Non conoscono ancora il Gis: un’operazione altamente spettacolare, con uomini che “piovono” dal cielo con gli elicotteri e in pochi istanti riprendono il controllo della prigione.
Superata l’emergenza terrorismo, il Gis è entrato nelle Forze Speciali Italiane di cui fanno parte anche gli incursori della Marina e i paracadutisti dell’Esercito Italiano “Col Moschin”. A loro si aggiungerà anche il 17° Stormo incursori dell’Aeronautica militare.
Il Gis è protetto dal più assoluto riserbo riguardo l’identità dei suoi uomini, che nascondono il loro volto per questioni di sicurezza dietro all’ormai famoso “Mefisto”, il passamontagna che non toglieranno mai in luoghi pubblici. Poco si sa anche sull’organizzazione, salvo il fatto che è suddiviso in una sezione di esploratori, una di combattimento e una di tiratori scelti.
Si può invece facilmente immaginare la tipologia degli uomini che ne fanno parte. Dovendo essere sempre pronti a intervenire nelle maggiori situazioni di pericolo, sono innanzitutto iper selezionati dal punto di vista psicofisico. L’addestramento è durissimo: chi già considerava duro il normale servizio di leva nelle caserme di frontiera, lasci stare. Un anno come quello, per i componenti del Gis, è ancora meglio del relax che ognuno di noi potrebbe provare alle Maldive.
Si tratta di militari altamente formati e specializzati. Capacità che variano dal paracadutismo e arrampicata, alle arti marziali, tecniche di mascheramento, costruzione e impiego di esplosivi, tiro contro obiettivi fissi e mobili, sci, guida veloce, assalto anfibio, guerriglia e molto molto altro ancora. In più, forse è il caso di ricordarlo, si tratta di gente che dal punto di vista atletico è sempre in perfetta forma. Vi basti pensare che il normale equipaggiamento da portare addosso, durante tutte queste attività, pesa complessivamente 30 chili.
Infine un dato su tanti fa capire qual è l’alto grado di specializzazione di questi Carabinieri. Basta citare un episodio, quello del 9 febbraio 2014 quando il Gis ha fatto irruzione nella notte in un edificio di Inveruno dove si era nascosto e barricato il boss della ‘ndrangheta Domenico Cutrì, evaso dal carcere e condannato all’ergastolo: pianificata nei minimi dettagli, l’operazione del Gis è durata soltanto 8 secondi. Impressionante. Ma per questi militari è sempre questione di vita o di morte. Almeno domani, 18 ottobre, a tutti loro il nostro pensiero e la nostra gratitudine.
Gualfrido Galimberti
3 Comments
Onore a questo reparto dei CARABINIERI. SPECIALMENTE A 1 DEI FONDATORI IL COMANDANTE ALFA.
buon compleanno e che le missioni a venire Vi portino sempre a raggiungere ottimi traguardi
Grazie Comandante che insieme ad altri compagni avete Creduto 40 anni in questo Grande Progetto , un GRAZIE ANCHE A TUTTIi GLI OPERATORI del GIS per L’IMMENSO IMPEGNO NEL SVOLGERE QUOTIDIANAMENTE IL PROPRIO DOVERE PER LA LEGALITÀ 👍🇮🇪