Sono piccoli e blu, hanno avuto un successo strepitoso a livello mondiale. I puffi anche da noi in Italia hanno lasciato il segno del loro passaggio: nel dizionario (visto che ormai “puffo” è diventato praticamente sinonimo di “nano”) ma anche in gelateria (con quelle vaschette tutte azzurre che ancora si trovano di tanto in tanto).
Il loro papà è Pierre Culliford, ma per tutti noto come Peyo in qualità di fumettista belga. Nelle sue intenzioni questi omini devono essere personaggi di secondo piano nella serie “Johan & Pirlouit” (che da noi si chiama “John & Solfami”). Sbaglia però a fare i conti: ottengono fin da subito un grande apprezzamento e un successo incredibile, tanto da essere costretto a creare una serie tutta per loro a partire dal 1959.
In Italia li vedremo un po’ dopo: arriveranno nel 1963 sul giornalino “Tipitì” con il nome di Stunfi, adattamento dell’originale “Schtroumpfs”. Diventeranno ufficialmente Puffi nel 1965 quando saranno ripresi e rilanciati dal Corriere dei Piccoli.
Ma è ancora poco rispetto alla fama che ragguingeranno negli anni ’80. Il merito, stavolta, è di “Hanna & Barbera” che riprendono l’intera serie trasformandola in un fenomeno su scala mondiale, con tanto di merchandising per tutti i gusti. Per ben 9 anni il pubblico riuscirà a vedere i cartoni animati dei Puffi.
Diventano personaggi immortali. Anche alla scomparsa di Peyo la produzione continuerà con il figlio sceneggiatore e la moglie che si fa carico della realizzazione delle tavole. Non solo: nel 2017 finiscono anche sul grande schermo con “I Puffi – Viaggio nella foresta segreta”. Lo volete un facile pronostico? Noi siamo portati a pensare che tra qualche anno verranno di nuovo “rispolverati”… con l’ennesimo grande successo.