MILANO – “Un grave sgarbo istituzionale”. Così Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, spiega che gli è stata negata la trasmissione dei progetti della Milano-Meda e protesta pubblicamente. “Mi è stata consentita la sola consultazione negli uffici, non è la stessa cosa”.
Di certo sulla Milano-Meda, ora più che mai, si stanno concentrando polemiche anche a livello istituzionale. Con particolare riferimento alle proposte di realizzare l’autostrada Pedemontana o, al contrario, di accantonare il progetto per riqualificare l’esistente. Proprio quest’ultima era stata la proposta di Fumagalli, che aveva chiesto di utilizzare i fondi destinati alla Pedemontana per sistemare la tratta sud della Milano-Meda. Idea che non era affatto piaciuta ad Andrea Monti (Lega), contrario non solo per motivi di opportunità, visto che preferisce il completamento di Pedemontana, ma anche dispiaciuto per la volontà di togliere soldi dalla Brianza per sistemare strade milanesi.
“La mancata trasmissione dei progetti della Milano-Meda – spiega Fumagalli- è uno sgarbo istituzionale proprio alla luce delle reazioni scomposte di Monti alle nostre sollecitazioni sull’infrastruttura. Evidentemente gestiscono la Lombardia come un bene di loro proprietà senza nessun rispetto per le facoltà di accesso agli atti e controllo istituzionale che mi competono”.
Il consigliere regionale pentastellato, però, non si arrende: “Dovrà necessariamente rivolgermi al Difensore regionale della Lombardia per avere ciò che mi spetta. Purtroppo con ulteriori aggravi di spese per i cittadini. Spiace notare che questa maggioranza perde tempo pensando a opere irrealizzabili e si oppone a qualunque tentativo di fare chiarezza nell’interesse dei cittadini. Invito a prendere atto dell’inutilità di Pedemontana e di pensare, invece, a una mobilità più sostenibile. Fatta di metropolitane che si prolungano fino alla provincia per accorciare le distanze. Mi viene il dubbio che sia più remunerativo fare autostrade inutili invece di metropolitane utili”.