Ha fatto giocare intere generazioni, tutti a tentare la buona sorte e a maneggiare soldi come se fossimo i più ricchi del pianeta: il Monopoly esce ufficialmente il 5 novembre 1935. Sarà un successo su scala mondiale, tradotto in quasi 40 lingue e diffuso in più di 100 Paesi di ogni continente.
Il gioco viene prodotto su larga scala dalla Parker Brothers, che ne acquista i diritti da Charles Darrow, un ingegnere disoccupato ritenuto a lungo l’inventore del gioco. In realtà questo nasce addirittura nel 1903 per iniziativa di Elizabeth Magie, con uno schema molto simile a quello attuale, ma con un intento del tutto particolare: il suo “The Landlord’s Game” (così l’aveva chiamato) non era altro che un metodo didattico per insegnare la teoria dell’imposta unica.
La trasformazione in un gioco avviene di pari passo con il successo: si diffonde rapidamente nel nordest degli Stati Uniti, divenendo molto popolare, a tal punto che ognuno liberamente aggiunge le sue piccole regole.
Di mano in mano, di passaggio in passaggio, si ritrova al tavolo da gioco anche Charles Darrow che, introducendo a sua volta alcune piccole nuove regole, lo brevetta e lo vende alla Parker Brothers.
L’azienda, naturalmente, per tutelarsi acquista anche il brevetto originario di “The Landlord’s Game” e quello di “Finance” (una successiva versione) e il gioco diventa ufficialmente Monopoly per tutti.
In Italia viene subito proposto alla Mondadori, che rifiuterà suggerendo il nome della Editrice Giochi. Questa accetterà si di acquistarne i diritti per il nostro Paese, ma visti i nomi stranieri banditi dal regime fascista, il nome diventa Monopoli, pronunciato con l’accento sulla seconda sillaba. Italianizzati, ovviamente, anche i nomi delle vie scegliendo quelle di Milano. Alcune, come “Via del Fascio”, una volta finita la guerra spariranno dal gioco con nomi neutri. Nascono così Vicolo Corto e Vicolo Stretto.
Da quel lontano 1935 si calcola che siano almeno 750 milioni le persone che vi hanno giocato in tutto il mondo. O quasi. A Cuba, per esempio, non lo conosce nessuno. Considerato di idee troppo capitalistiche, con il divieto di Fidel Castro non ha mai potuto entrare nel Paese.