MONZA – Ha sede in città l’unico laboratorio italiano specializzato nei materiali elastometrici. Nei giorni scorsi taglio del nastro in via Velleia della nuova sede del Cerisie. Alla cerimonia accanto a Matteo Battaini (Presidente di Assogomma e di Cerisie), anche il consiglio di amministrazione al gran completo e oltre 150 ospiti provenienti dal mondo industriale della gomma sia italiano che estero, cui si interfaccia quotidianamente il Laboratorio Italiano Gomma – Cerisie.
Fondato nel 1974 il laboratorio ha l’obiettivo di rilasciare attestazioni, l’elaborazione di normative tecniche, la formazione, il supporto tecnico e soprattutto la consulenza alle tante aziende del settore gomma italiane e non solo. A seguito di una recente riorganizzazione Assogomma (Associazione di categoria, cofondatrice e aderente a Confindustria, che rappresenta l’Industria italiana della gomma) ha acquisito il 100% della proprietà del Cerisie e nel contempo sono stati effettuati importanti investimenti per rendere sempre più competitivo e tecnologico il laboratorio inaugurato ieri.
Oggi quindi il Laboratorio è un asset di Assogomma, ovvero di tutte le Aziende del settore e rappresenta un’opportunità significativa per orientare le sue attività future verso le necessità delle Imprese che producono, vendono e utilizzano prodotti in gomma, in Italia e sui mercati internazionali.
A riprova della sua importanza strategica e internazionale, il Cerisie, dal 2015, fa parte del network ErrLab, costituito dai tre Laboratori gomma Italia, Francia e Germania e dalle rispettive Associazioni nazionali di settore, sotto il patrocinio di Etrma, l’Associazione Europea dei produttori di pneumatici ed articoli in gomma. Il taglio del nastro è stata l’occasione per annunciare la nuova rivista di settore “Elastica” ed i corsi formativi bordo macchina sullo stampaggio di articoli in gomma: due iniziative frutto della collaborazione tra Assogomma, Amaplast e Cesap.
Assogomma diventa così sempre più un “network” dove i concetti di filiera e di sistema rappresentano un riferimento imprescindibile per ottenere traguardi sempre più ambiziosi.
Dopo una visita guidata al Laboratorio, l’Associazione ha organizzato al Cerisie un momento d’incontro rivolto alle aziende del mondo gomma dal titolo “Fare sistema 0.3: Green Economy e sostenibilità”, declinando i temi della sostenibilità e dell’economia circolare partendo dal Dna di un articolo in gomma: la natura. Oggi, infatti, si consumano circa 28 milioni di tonnellate di gomma l’anno e di queste oltre 13 milioni sono di gomma naturale: quindi la gomma naturale rappresenta il 46,5% del totale con un trend in crescita. Si può pertanto affermare che circa la metà dei prodotti in gomma è costituita da materia prima che viene ricavata dalle piante. A completamento i temi del recupero e del riutilizzo degli scarti di lavorazione e dei prodotti fine vita.
Come ha ricordato la ricercatrice Maria Luisa Corno Morales il mondo non può rimanere senza gomma naturale, non ci sono alternative. Oltre alla storica Hevea Brasiliensis, che ancora oggi copre il 90% del fabbisogno, sono 2.500 le piante che producono gomma di qualità e quantità diverse e la ricerca oggi deve trovare nuovi cultivar promettenti, lavorare sul genoma delle piante per renderle più produttive, più adattabili e più forti contro i parassiti, e soprattutto orientarsi verso studi biomolecolari sulla sintesi utili per un futuro neanche troppo lontano, di bioingegneria per cui si possa creare la gomma naturale anche in laboratorio.
Gianni Girotti di Versalis ha presentato un interessantissimo approfondimento sul guayule, una delle piante più promettenti, con coltivazioni proprio in Italia (Basilicata e Sicilia). Da questo arbusto originario del Centro America, si ottiene gomma di ottima qualità prodotta nelle cellule della corteccia in quantità maggiore della Hevea Brasiliensis con una resa di 600-900 Kg per ettaro. Ha il grande vantaggio di non contenere gel e nemmeno proteine allergizzanti. Il guayule è considerato un’alternativa molto promettente anche perché può essere coltivato in Paesi europei come l’Italia con il vantaggio di essere meno soggetto a problematiche politiche, metereologiche e sociali.
Ma la tematica della sostenibilità non è solo legata all’estrazione della gomma. Grande importanza ha anche il riuso di scarti di lavorazione come ha sottolineato Francesco di Pierro di Rubber Conversion che ha illustrato una soluzione innovativa per devulcanizzare sia gli scarti di lavorazione, sia i materiali post consumo ottenendo vantaggi economici dovuti al mancato conferimento in discarica, al minor costo delle mescole pur garantendo le perfomance del prodotto finito. A tutti questi vantaggi va aggiunto il maggior riuso di materiali e minor consumo energetico.
Moltissimi prodotti in gomma anche ad alte prestazioni sono destinati all’automobile: se sono circa 70 i kg di gomma in un’auto, solo 35 sono impiegati nei pneumatici mentre i restanti 35 circa sono riferiti agli innumerevoli articoli tecnici indispensabili per assemblare e far funzionare un’automobile. Ad oggi sono circa 15.000 i componenti di un’auto e i costruttori devono da un lato ridurne il peso e dall’altro aumentare la sicurezza, l’affidabilità e le prestazioni, con un occhio di riguardo sempre maggiore alla sostenibilità.
Paolo Chiappero di Fca ha rappresentato la visione della sua Azienda sul tema dell’utilizzo di gomma in un’auto.
Per FCA il produttore di automobili deve Fare Sistema con la filiera che produce i componenti e deve trovare soluzioni innovative che permettano sui veicoli di qualsiasi propulsione, ibrida, elettrica o endotermica, di ridurre l’impatto ambientale del fine vita dei componenti, ma ancora prima di ottimizzare i costi degli articoli tecnici anche mediante l’utilizzo di prodotti realizzati, in tutto o in parte, con scarti di lavorazione. Oggi tutti i veicoli FCA sono progettati per essere recuperabili al 95% in peso e riciclabili per l’85%, sempre in peso.
La sfida dei prossimi anni richiede lo sviluppo di una nuova generazione di materiali e componenti e un approccio sistemico più profondo allo sviluppo del veicolo. I fornitori possono supportare i loro clienti, come FCA, grazie al loro know-how specifico su materiali e componenti.
In questo senso sono stati presentati da FCA due progetti di recupero sfridi: il primo per materiale EPDM da lavorazioni con alto scarto ed il secondo per materiale alto performante in fluoroelastomeri da scarti di lavorazione che vede la compartecipazione di Elastomers Union, Zeon, Comet e Gibitre Instruments.
Il Presidente di Assogomma, Matteo Battaini ha così concluso l’incontro, coordinato da Giuseppe De Filippi, vice Direttore del TG5. “Oggi Assogomma diventa sempre più un network dove i concetti di Filiera e di Sistema rappresentano un riferimento per ottenere traguardi maggiormente ambiziosi. I temi della sostenibilità e dell’economia circolare sono e saranno sempre più al centro della nostra attenzione, come dimostrato dal workshop “Fare Sistema” che ha visto la collaborazione tecnica di Caldic, Comet, Ecopneus, Elastomers Union, Gibitre Instruments, Rubber Conversion, Versalis e Zeon”.