LODI – Non si è ancora spenta l’eco della protesta per la vicenda della mensa scolastica, quella che era arrivata all’attenzione nazionale (e internazionale) dopo la scelta del Consiglio comunale di modificare il regolamento per l’accesso agevolato alle tariffe dei servizi scolastici. In sostanza agli stranieri, per la concessione di un trattamento di favore, veniva chiesto di consegnare un modulo rilasciato dal Paese d’origine per certificare che in patria non risulta che abbiano proprietà a loro intestate.
Dopo le manifestazioni di piazza, dopo la protesta in mesa, dopo le discussioni dei politici e, infine, dopo le lettera scritta dalle città gemellate (Fontainebleu e Costanza), il sindaco Sara Casanova ha ricevuto una lettera firmata da centoquarante docenti. Il loro intento era quello di chiedere la revisione del provvedimento sul buono scolastico per gli alunni stranieri.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale – risponde il primo cittadino -, tutti sono uguali davanti alla Legge e l’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita. A nessun bambino, in questa città, è stata negata la possibilità di frequentare la scuola dell’obbligo”.
“Nessun insegnante – conclude il sindaco – è stato costretto a mandare a casa gli alunni all’ora di pranzo e nemmeno a dividere i bambini. Gli uffici preposti segnalano che ad oggi sono in tutto una decina i bambini le cui famiglie hanno preferito quest’ultima soluzione. Lavoriamo per lo stesso obiettivo: creare una scuola equa nei confronti di tutti”.