BUSTO ARSIZIO – Dopo due anni in cui ha pensato di avere le allucinazioni, ecco la verità. Il docente accusato di molestie dall’alunna tredicenne non ha mai fatto un bel niente di tutto ciò che gli veniva attribuito. Lo ha stabilito il giudice dopo avere smascherato la ragazzina e avere scoperto che si trattava soltanto di una bugìa per evitare di avere da quel professore un debito a fine anno e di dover studiare nel periodo estivo.
Una vicenda folle, davvero allucinante. La ragazzina aveva accusato il professore di averle chiesto di baciarlo. Per il suo insegnante, al quale non è mai passato nemmeno per la testa l’idea di una cosa simile, è iniziato un periodo veramente difficile. Da un lato la giustizia che aveva iniziato il corso delle indagini per accertare le sue responsabilità. Dall’altro il giudizio dei colleghi, che molto probabilmente non gli dicevano nulla o forse gli davano anche una pacca sulle spalle, ma intanto qualche dubbio avevan iniziato a coltivarlo in attesa della fine del processo. E poi, naturalmente, il rischio di fare naufragare un matrimonio.
La moglie ha retto alla notizia del marito sul banco degli imputati, anche se si sarà chiesta mille volte il perché di quell’accusa. Il docente, ovviamente, ha cambiato scuola non riuscendo più a esercitare la sua attività educativa e di insegnamento in quell’istituto.
Ieri, martedì 6 novembre, dopo due anni il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Busto Arsizio, ha posto fine al suo calvario assolvendolo per non aver commesso il fatto. Non solo: si è scoperto che quella ragazzina che lo accusava, all’apparenza tanto buona e tanto gentile, oltre ad aver raccontato quella orrenda bugìa frequentava persone ben poco raccomandabili. Compresi gli spacciatori extracomunitari.
Per il docente, assistito dall’avvocato Cesare Cicorella, finalmente giustizia è fatta. Nessuno, però, potrà togliergli questa “cicatrice” dovuta soltanto al capriccio di una ragazzina e alla sua scelta strategica per non avere a fine anno.