MILANO – Avere una preferenza riguardo al sesso del figlio che sta per nascere può essere anche comprensibile. Ma il papà che si sfoga ripetutamente con violenza sulla neonata a sulla mamma, soltanto perché preferiva un maschietto, è davvero inaccettabile. L’uomo, un trentenne originario dell’Afghanistan, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione.
L’extracomunitario era finito sul banco degli imputati perché si era scoperto che, deluso dal sesso della neonata, aveva iniziato a rifilare sonori sberloni alla bimba “colpevole” di essere femmina. La sua rabbia, tuttavia, la sfogava anche sulla moglie, che aveva sposato in Pakistan quando lei era quindicenne: per lei botte da orbi, calci e pugni, percossa con una cinghia e stuprata in più occasioni perché non gli aveva dato un maschietto.
Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Milano ha condannato l’uomo a 3 anni e 8 mesi di carcere per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale. Mamma e figlia, nel frattempo, erano state affidate a una comunità protetta.