E’ uno dei capitani più famosi nella storia della navigazione, ma per un disastro: il 14 novembre, anno 1960, è il giorno di nascita di Francesco Schettino. Ovvero del capitano passato alla storia per il naufragio della Costa Concordia.
Schettino, dopo una lunga esperienza alla Tirrenia, passa nel 2002 alla Costa Crociere. Il suo primo incarico è quello di ufficiale delegato alla sicurezza. Passo dopo passo arriverà a diventare secondo comandante finché, nel 2006, la promozione al gradino più alto della gerarchia. Subito gli viene affidata la Costa Concordia.
Un primo “incidente” nella sua carriera avviene nel 2010 quando è capitano della Costa Atlantica: entrato a velocità troppo elevata nel porto tedesco di Warnemunde, causa danni alla AidBlu, altra imbarcazione della Carnival, società che detiene il pacchetto di maggioranza della Costa Crociere.
Il peggio, purtroppo, accadrà due anni più tardi. Esattamente alle 21.45 del 13 gennaio 2012 durante l’ultima tappa della crociera “Profumo d’agrumi”.
Navigando da Civitavecchia a Savona, la Costa Concordia all’altezza dell’Isola del Giglio urta contro uno scoglio: si apre una falla di 70 metri. La nave si incaglia e si adagia su un lato. L’incidente, purtroppo, causerà la morte di 32 persone tra passeggeri ed equipaggio.
Dalle indagini emerge che la nave, così come concordato prima della partenza, è uscita dalla rotta abituale per un “inchino” all’Isola del Giglio. Schettino prende direttamente la conduzione della nave per passare vicino all’isola. Troppo vicino: addirittura 160 metri. Si accorge troppo tardi del rischio collisione con gli scogli. Dà rapidamente istruzioni al timoniere, che tuttavia fraintende. Ormai il danno è fatto nonostante gli ultimi tentativi disperati. La nave va a urtare il più piccolo degli che la squarcia sul fianco.
In poco tempo, dopo il blackout, i motori vanno fuori uso. L’acqua entra rapidamente, troppo per essere controllata dai sistemi di sicurezza. Dalla nave, tuttavia, minimizzano la situazione a fronte delle incessanti domande della capitaneria di porto di Livorno.
Alle 22.31, però, non si può più far finta di nulla. Schettino ordina l’evacuazione. Prima della conclusione delle operazioni di salvataggio dei passeggeri, però, lo stesso Schettino sale sulla lancia di salvataggio per raggiungere la terraferma. A distanza di poche ore da quel tragico evento saranno rese note le telefonate intercorse in quella drammatica notte, con il capitano di fregata che invita Schettino a tornare a bordo per aiutare i passeggeri.
A qualche anno di distanza resta il ricordo del naufragio da record: la Costa Concordia è la nave di maggiore tonnellaggio ad affondare nella storia della nautica. Per Schettino, invece, 16 anni di reclusione.