Oggi diamo per scontato il fatto che esista, probabilmente senza porci neanche troppe domande sulla sua storia. Il Canale di Suez, inaugurato il 17 novembre 1869, di certo si è rivelato di enorme importanza per il mondo del trasporto navale.
Ora siamo portati a sottovalutarne l’importanza. In un mondo in cui ci si sposta in aereo o, addirittura, lo spostamento è soltanto virtuale grazie alle potenzialità di Internet (vedy Skype…), il Canale di Suez è ancora attuale e molto utilizzato. Sono un’ottantina di navi a percorrerlo ogni giorno, circa 17 mila navi diverse ogni anno che corrispondono al 7,5% del traffico mercantile mondiale.
L’idea del canale è antichissima. Secondo Erodoto addirittura se ne parlava verso il 600 avanti Cristo con l’iniziativa, mai andata a buon fine, del faraone Nekao II. Più volte il progetto è stato rispolverato nella storia, fino alla rinuncia nel secolo VIII.
A ridare slancio all’idea sono i mercanti veneziani otto secoli più tardi, ma senza grande successo. L’idea è ripresa in considerazione anche da Napoleone, ma i suoi tecnici sbagliano a fare i calcoli arrivando alla conclusione che esiste un dislivello troppo elevato tra il mar Mediterraneo e il Mar Rosso. Ci penserà qualche decennio dopo il francese Prosper Enfantin a dare un po’ di concretezzza al progetto, creando anche una società incaricata di fare tutti gli studi necessari. Il risultato ottenuto è importante: dimostrando che il dislivello tra i due mari è davvero minimo, si abbatte il costo di costruzione.
Il progetto viene affidato a un italiano: Luigi Negrelli, ingegnere di fama internazionale, sebbene la sua carriera sia orientata verso il mondo del trasporto ferroviario. Il passo successivo, tutt’altro che irrilevante, è quello diplomatico. Ci pensa il francese Ferdinand de Lesseps a ottenere la concessione da Sa’id Pascià nel 1854. Superato quell’ultimo scoglio, i lavori procedono spediti: già nel febbraio 1867 una prima nave attraversa il canale, sebbene l’inaugurazione ufficiale avverrà nel novembre 1869. Una cerimonia incredibile, dove non si bada a spese, tanto da chiedere perfino a Giuseppe Verdi di comporre un inno per l’occasione. La risposta sarà un no, non avendo Verdi alcuna intenzione di comporre su commissione. Al suo posto ci penserà Johann Strauss, che intascherà più che volentieri e senza troppi problemi i quattrini messi a disposizione.
A dispetto delle previsioni delle potenze internazionali, il Canale di Suez ottiene un successo straordinario. Diventa addirittura l’impulso per costruire più navi a vapore in grado di attraversarlo. E, per replicare l’affare, si inizia a pensare su iniziativa dei francesi anche al Canale di Panama.
Anche i numeri “certificano” il successo: 486 navi nel 1870, 3.389 nel 1890, 4.553 navi nel 1910. Oggi, ad anni di distanza, con un aumento quasi esponenziale, si è provveduto addirittura a raddoppiare (anno 2015) una parte del Canale di Suez per un tratto di 35 chilometri sui 162 complessivi, limitando gli ostacoli che si creavano con l’incrocio di navi provenienti da direzioni opposte. Sembra poco, ma sono ben 97 le navi che possono transitare ogni giorno rispetto alle 49 precedenti.