Dopo cinque anni di attività nel Consiglio regionale della Lombardia, alle ultime elezioni politiche di primavera è stato eletto al Senato. Il bovisiano Gianmarco Corbetta, esponente brianzolo del Movimento 5 Stelle, non ha perso il “vizio”. Un bel gesto, naturalmente, che tanti altri dovrebbero imitare: anche a Roma ha rinunciato a parte della sua indennità. E dopo l’ondata di maltempo che ha investito il Veneto, ha subito staccato l’assegno di 6 mila euro destinando a quelle zone la quota di indennità che ha deciso di non percepire.
Si fa presto a dire: “Con il suo stipendio da parlamentare l’avrei fatto anch’io”. Viene facile pensarlo. Poi viene altrettanto facile considerare che pochissimi altri dei suoi colleghi lo hanno fatto. Scelte personali che rispettiamo (se un parlamentare ha diritto a un certo stipendio è libero di utilizzarlo come meglio crede), ma ci sembra invece doveroso sottoporre all’attenzione generale il gesto di chi pensa anche agli altri. Soprattutto, come in questo caso con una destinazione ben specifica di quei soldi, alla popolazione più in difficoltà.
Un’altra sottolineatura sembra doverosa. Anzi, due. La prima è che non siamo in periodo di campagna elettorale, dove quel gesto potrebbe essere compiuto per ottenere simpatia e applausi nella speranza che si trasformino in voti. Il secondo aspetto da rimarcare è che Corbetta ha sempre fatto altrettanto anche quando era consigliere regionale.
Di fatto da allora, quindi in sei anni di attività politico amministrativa, ha rinunciato alla bellezza di 169.525 euro. Sono soldoni, anche per un parlamentare. Soprattutto per chi – come nel suo caso – ha deciso di non farlo come professione ma solo per questo mandato, pronto poi a ritornare alla sua professione di sempre con il solito stipendio.
Un grazie a chi mette da parte l’egoismo e pensa anche alle necessità degli altri va detto forte e chiaro. Noi lo facciamo, convinti di interpretare anche il sentimento di tanti lettori.
Gualfrido Galimberti