Un po’ di Italia in un’opera che aveva lasciato tutti a bocca aperta: è in onore di Giovanni da Verrazzano, il primo uomo del vecchio continente che arriva a New York, che viene inaugurato il famoso ponte il 21 novembre 1964. Per un newyorchese, formalmente, è il “Verrazano Narrows Bridge” visto che oltrepassa l’acqua di “The Narrows” per collegare Staten Island e Brooklyn.
Un ponte, dicevamo, che lascia tutti a bocca aperta. Ancora oggi, certamente, ma soprattutto al momento dell’inaugurazione quando è a tutti gli effetti il ponto sospeso più lungo del mondo con la sua campata (tra i due piloni) di 1.298 metri. Il primato sarà conservato fino al 1981, ovvero fino all’apertura dell’Humber Bridge nel Regno Unito che arriverà a 1.410 metri.
Visto da lontano, in fotografia, può apparire anche un’opera come tante altre. I numeri, però, dicono molto: due strade a sei corsie sovrapposte, sorrette da due piloni di 27 mila tonnellate ciascuno. Diventa ancora più impressionante quando con le riprese televisive dall’alto (o con fotografie panoramiche) vedete tutta la gente assiepata su quel ponte per la partenza della Maratona di New York.
L’unico neo è il nome. Perché i newyorchesi, volendo rendere omaggio all’italiano che per primo ha toccato quelle terre nel 1524, gli hanno fatto involontariamente un dispetto togliendogli una “zeta”. Quel ponte, per tutti, è “The Verrazano”. Si passa alla storia anche per questo.
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L’ingegnere che lo ha progettato e fatto costruire è un certo Amman, cittadino svizzero.