MONZA – Di solito non si festeggiano quegli eventi drammatici che hanno rivoluzionato la nostra vita. Siamo umanamente portati a rimuovere ciò che ci ha causato dolore. Ma quando a questa tragedia non possiamo sottrarci non ci resta che accertarla, viverla e anche celebrarla.
Proprio come ha fatto Alessio Tavecchio, monzese costretto sulla sedia a rotelle dall’età di 23 anni, anima della Fondazione che porta il suo nome, impegnato nella divulgazione della sicurezza stradale soprattutto tra i più giovani. Con i suoi incontri nelle scuole di tutta Italia riesce ogni volta ad attirare l’attenzione dei teenager e a ricordare loro l’importanza di prestare attenzione quando salgono in moto o in auto.
Oggi Alessio Tavecchio ha deciso di festeggiare un compleanno speciale: i 25 anni da quel drammatico incidente motociclistico che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Era il 5 dicembre 1993, una normalissima domenica prima di Natale. Ironia della sorte quel drammatico incidente è avvenuto due giorni prima del suo 23esimo compleanno: sogni, aspirazioni, energia e passione di un ragazzo immobilizzati come lui in un letto d’ospedale.
Alessio ha deciso di festeggiare questo quarto di secolo vissuto da una postazione che non avrebbe mai immaginato di occupare, lanciando ai suoi amici della rete un appello: “Per questo importante anniversario – si legge nella newsletter della Fondazione – sostenetelo con una donazione: con 15 euro si posiziona un metro quadrato di vialetto per le sedie a rotelle, con 45 euro tre metri quadrati, con 105 euro 7 metri quadrati, con 175 euro una vasca rialzata per coltivare gli ortaggi e con 350 euro una doppia vasca.
Un lungo compleanno che inizia oggi mercoledì 5 dicembre e si concluderà venerdì 7 dicembre, quando anagraficamente Alessio Tavecchio compirà 48 anni.
Non sono mancati momenti di sconforto come raccontato nei suoi tre libri. Soprattutto in quella prima opera autobiografica intitolata “Cronaca di una guarigione impossibile”: l’incapacità a razionalizzare quello che gli era accaduto e quel percorso in salita che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita con la grande speranza di poter ritornare a camminare.
Tanti gli avvenimenti che si sono susseguiti in questi venticinque anni: la crescita umana, il percorso di accettazione di quel nuovo fisico e di quel nuovo volto che era stato sfigurato dall’incidente motociclistico, la volontà di rialzarsi mai venuta meno. Poi lo sport e le medaglie, il nuoto e la partecipazione alle Paralimpiadi di Atlanta nel 1996, la creazione di una Fondazione che porta il suo nome con il grande sogno di realizzare un centro polifunzionale integrato di residenzialità, formazione e sport, e il progetto “Tutti giù per terra – Accolti e raccolti” dove l’agricoltura abbatte le barriere che separano diversamente abili e normodotati.
Tutti i dettagli sul grande sogno di Alessio Tavecchio sul sito www.alessio.org/
Barbara Apicella