MONZA – Da quando è nato, poco più di quattro anni fa, è su una sedia a rotelle con il capo reclino. Non riesce a masticare ed è costretto a nutrirsi solo con pappe frullate, non parla ma emette solo suoni indecifrabili e deve essere costantemente seguito da mamma, papà o da qualche assistente sociale. Per la grave “paralisi infantile” di un bambino italiano, ma di origini egiziane, al quale sono stati riscontrati danni cerebrali permanenti sono finiti sotto processo a Monza tre medici del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Sesto San Giovanni, un anestesista e un pediatra accusati di lesioni gravissime.
Al centro del dibattimento che oggi, mercoledì 5 dicembre, con la testimonianza in aula dei genitori del piccolo entrerà nel vivo, c’è la vicenda di un bimbo nato nell’agosto 2014, e delle presunte “negligenza, imprudenza e imperizia” in sala parto e il “ritardo” del suo trasferimento, avvenuto solo due giorni dopo la nascita, in un reparto di patologia neonatale affinché ricevesse le cure più adeguate. (Ansa)