MONZA – Babbo Natale in Comune arriva con qualche giorno d’anticipo, carico di arte e di solidarietà. Enrico Rossi, 88 anni, storico volontario dell’Aido di Monza, ha deciso di regalare alla sua città ventidue opere realizzate con gli stuzzicadenti, riproduzioni in miniatura dei maggiori monumenti cittadini.
Ad Enrico Rossi creatività e pazienza non mancano: da anni ha trasformato il tavolo della sua cucina e della sua sala in un laboratorio dove con pazienza certosina incolla gli stuzzicadenti dando vita a presepi e monumenti. Perché quei bastoncini insignificanti che spesso utilizziamo a sproposito a tavola, con Enrico Rossi acquistano nuova vita. Migliaia di bastoncini di legno che pian piano diventano il Duomo, la Villa Reale, l’Arengario, il Ponte dei Leoni, oltre ad un’ampia gamma di Natività di tutte le misure che in queste settimane campeggiano in tante case brianzole. Una passione che il pensionato, dopo una lunga carriera come rappresentate di commercio in aziende dolciarie, ha coltivato e raffinato. Senza corsi e scuole, ma affidandosi al suo occhio, alla prospettiva e a una buona dose di manualità. Ci sono opere che costruisce in poche settimane e altre, come la Villa Reale, che hanno richiesto oltre due anni di lavoro.
Dopo tante mostre sul territorio adesso Enrico Rossi espone della sua città: il 21 dicembre alle 18 in Galleria civica (via Camperio 1) sarà inaugurata la mostra. Ventidue riproduzioni dei monumenti monzesi e italiani realizzati utilizzando esclusivamente gli stuzzicadenti che poi verranno donati all’Amministrazione comunale. La mostra, che proseguirà fino al 27 gennaio sarà anche l’occasione per far conoscere e promuovere le attività dell’Associazione italiana donatori d’organi al quale Enrico Rossi è molto legato.
La mostra è aperta dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, il 26 dicembre e il 6 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, l’1 gennaio dalle 15 alle 19. La mostra rimarrà chiusa il giorno di Natale.
L’ingresso è libero.
Barbara Apicella