MONZA – Matteo Stocco lascia il cantiere ormai avviato dell’ospedale San Gerardo per intraprendere quello del nuovo ospedale che a San Cristoforo unirà i presidi milanesi del San Paolo e del San Carlo.
Tempo di passaggio delle consegne e di saluti per l’ormai ex direttore generale della Asst Monza che dall’1 gennaio andrà a dirigere le due storiche strutture milanesi. Tanti i ricordi e i volti incontrati in questi cinque anni di dirigenza brianzola: dall’aprile 2013 ai vertici di quella che fu la Asl di Monza e Brianza e poi a gennaio 2016 il nuovo prestigioso incarico all’ospedale di via Pergolesi.
Che ospedale San Gerardo ha trovato al suo arrivo?
“Ho trovato un ospedale che aveva ereditato la legge regionale 23/15 con la riorganizzazione dei presidi, unendo all’ospedale monzese anche quello di Desio. E’ stato un lavoro di grande integrazione. Ho trovato anche un ospedale con un cantiere fermo che andava rapidamente riavviato, con l’apertura della palazzina accoglienza e gli ambulatori. Malgrado il cantiere non abbiamo ridotto i posti letto e abbiamo persino aumentato la produzione”.
Che ospedale lascia al suo successore, Mario Alparone?
“Lascio un ospedale con un clima aziendale positivo, dove sono nati in questi anni anche tanti rapporti di amicizia. Un ospedale nel quale sono stati fatti parecchi investimenti sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista umano. Abbiamo dato fondo a tutte le nostre risorse per migliorare la tecnologia nell’area operatoria chirurgica. La filosofia era incrementare le attività complesse sulle specializzazioni, per esempio reinternalizzando la risonanza magnetica a Desio”.
Cosa non è riuscito a realizzare?
“Mi sarebbe piaciuto portare a termine il progetto della sala ibrida per i chirurghi con la presenza di diverse tecnologie per intervenire rapidamente sui casi più complessi senza dover rimandare in diversi momenti operatori”.
La più grande soddisfazione?
“Aver lavorato con persone di qualità e aver lasciato un ricordo positivo; aver lavorato in un clima di dialogo costruttivo e positivo. Monza e la Brianza sono molto legati ai loro ospedali: il territorio ha un grande spirito di appartenenza nei confronti degli ospedali locali e la società civile ha sempre risposto positivamente ai tanti appelli di sostegno e di aiuto che in questi anni ho inviato”.
Che cosa l’aspetta?
“Mi aspetta un grande lavoro. L’ospedale San Carlo lo conoscevo già. Adesso c’è un nuovo grande ospedale da costruire e un nuovo cantiere che mi aspetta. Lavorerò come ho fatto in Brianza: passo dopo passo”.
Barbara Apicella
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