MONZA – “Per quanto se ne dica, sapere da dove veniamo è l’unica condizione necessaria per andare, ovunque si desideri andare”: così scrive Miche Fierro a conclusione del suo libro. E’ fondamentale le proprie radici, la propria storia, le proprie tradizioni e soprattutto la propria città: con i suoi tesori che, qualche volta, si possono anche tingere di giallo.
Proprio come avviene nel romanzo fresco di stampa “Sotto la luna che ride”, scritto da Michele Fierro (barese di nascita, ma monzese d’adozione) pubblicato dalla Casa editrice (monzese) Edizioni Convalle. Il libro, ambientato nella Monza del 2017, ruota attorno alla vicenda (frutto della fantasia dell’autore) del furto della corona ferrea. Uno dei simboli della fede e della storia monzese improvvisamente non si trova più: sagrestano e arciprete sono nel panico, il commissario di Polizia(monzese da parte di padre e svedese da parte di madre) deve risolvere il caso in fretta, evitando soprattutto che finisca in pasto ai giornalisti facendo scoppiare in città lo scandalo.
Un romanzo scritto in cinque mesi, ma che in realtà era nato ancor prima dalla conoscenza e dallo studio della città che tanto ama. “Ho scelto di vivere a Monza perché fin da subito mi è piaciuta – spiega -. Pian piano mi ha affascinato imparando a conoscere storie, tradizioni e racconti direttamente dai monzesi”. Da qui l’idea di scrivere un giallo, ambientato nel cuore della città di Tedolinda, con protagonista quella corona tanto cara, per fede e per storia, ai monzesi. Un’analisi dettagliata di alcuni scorci della città, di alcuni momenti storici (“anche se il libro non ha la valenza di testo storico e ci potrebbero essere inesattezze legate a necessità narrative”, precisa e si scusa fin da subito con il lettore) e soprattutto di quel carattere dei monzesi che tanto ama lo scrittore pugliese. “Monzesi concreti, caparbi, ma purtroppo poco sognatori – aggiunge -. Dai vari personaggi emergono le caratteristiche dei figli di Teodolinda”.
Quasi 500 pagine fitte fitte di mistero, suspense, descrizioni di angoli tanto noti e cari ai monzesi e soprattutto il susseguirsi di episodi, persone e luoghi che porteranno alla soluzione del caso.
Barbara Apicella