MONZA – “Visto che i detenuti non vanno in biblioteca sarà la biblioteca ad andare da loro”. Così commenta Sergio Conti, presidente dell’associazione “La biblioteca è una bella storia” che inaugurerà domani, lunedì 7 gennaio, un nuovo progetto nella Casa circondariale di Sanquirico. Obiettivo dell’iniziativa è stimolare nei detenuti l’amore per la lettura, aiutarli ad evadere (con la fantasia), scoprendo che attraverso la lettura è possibile imparare, conoscere e viaggiare anche se solo con la mente.
Il progetto, che coinvolge dodici volontari precedentemente formati all’incontro e al confronto con chi sta scontando una pena, prevede letture ad alta voce nelle sei sezioni (i dodici volontari dell’associazione “La biblioteca è una bella storia” si recheranno a coppie). Un incontro una volta alla settimana (per quindici settimane) della durata di un’ora e mezza. “Leggeremo testi ad alta voce – spiega -. Poi ci sarà il momento del confronto e delle domande. L’obiettivo è stimolare in chi vive l’esperienza della detenzione la curiosità e la passione per la lettura, incuriosendoli e stimolandoli ad accedere alla biblioteca”.
Nel carcere di Monza esiste una biblioteca, dove da circa un anno opera a livello di volontario anche Sergio Conti, una lunga esperienza nel mondo delle biblioteche che oggi in pensione mette a disposizione di quella del carcere cittadino. Una biblioteca con circa 9 mila titoli, ma poco utilizzata. Solo una minima parte dei detenuti (Conti stima il 5 per cento) utilizza la frequenta: un po’ per problemi linguistici (molti detenuti sono stranieri, non parlano e non leggono l’italiano), un po’ per scarsa propensione alla lettura.
“I libri, soprattutto all’interno della realtà del carcere, sono una risorsa straordinaria – commenta Massimo Bertarelli, uno dei volontari dell’associazione che fin da subito ha fortemente creduto nella validità educativa di questo progetto – Fondamentale per una crescita umana e personale. I libri sono fonti di informazioni ma anche strumenti per svagarsi, per evadere con la mente”.
B. Api