MONZA – Il presidente della Provincia Roberto Invernizzi, nonché sindaco di Bellusco, ridimensione i fondi elargiti dal Governo ai piccoli Comuni (tra i quali anche il suo) e i toni entusiastici della Lega che in questi giorni ha diffuso la notizia.
“Non ci serve la mancia, ci serve una più equa distribuzione delle risorse – scrive sul suo profilo Facebook -. E a coloro i quali verrà in mente di dire che scrivo in questo modo perché ora il governo è giallo verde, ricordo che dicevo, scrivevo e mi assumevo la responsabilità di sostenere le stesse identiche cose quando il governo era targato Partito Democratico. Aggiungo, e chiudo, che sono soldi degli italiani, non di qualche ministro o ministero
Il presidente della Provincia si affida all’etimologia del termine “legge mancia”. Il vocabolario Treccani definisce come segue la locuzione legge mancia loc. s.le f. (iron.) – continua sui social -. Legge che, su sollecitazione di singoli parlamentari, finanzia svariati interventi particolari e limitati, da realizzare sul territorio, venendo incontro in particolar modo alle richieste delle realtà amministrative locali più piccole. Dove iron. sta per ironico”.
Invernizzi punta l’indice soprattutto sulla modalità di comunicazione di questi fondi. “Dopo anni di richiami al federalismo, dopo i padroni a casa nostra, siamo alla mancia a pioggia – continua sui social -. Con una tecnica nuova: quella di far credere ai cittadini di ciascun Comune che i denari siano solo per loro, un regalo solo per loro”.
Invernizzi precisa che per il suo Comune sono stati stanziati 70mila euro per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale. “Lo dico chiaramente, per il Comune di Bellusco sono 70.000 Euro a fronte di necessità di milioni di euro – continua – Che avremmo se le promesse di tanti anni avessero almeno iniziato a realizzarsi. Invece a Bellusco arriveranno 70.000 euro come arriveranno in tutti gli altri comuni italiani di uguale fascia per popolazione. Nonostante, come sostengono gli ex indipendentisti, i nostri territori siano contributori netti, ovvero paghiamo più tasse dei servizi che riceviamo”.