MONZA- Bufera in consiglio comunale: Marco Monguzzi (capogruppo di Monza per Maffè) inserisce in zona Cesarini il badge della collega Anna Martinetti (che non era ancora presente in aula, ma stava arrivando) garantendo così il numero legale per dare inizio al Consiglio.
Ma a beccarlo in fallo è stato Paolo Piffer (capogruppo di Civicamente) che stava facendo un video in aula e ha immediatamente denunciato il fatto anche sui social. Scatenando il putiferio e la bagarre sia in aula sia in rete.
Il consiglio comunale è comunque iniziato e Piffer è ritornato immediatamente sull’episodio chiedendo l’inserimento a verbale di quanto accaduto. Il presidente del consiglio comunale, Filippo Carati, ha ricordato che l’inserimento del badge non ha valore: per il numero legale serve la presenza fisica del consigliere, che dopo poco è entrato in aula.
A cavalcare la polemica lo stesso Monguzzi che ha accusato Piffer di poca collaborazione e di “inscenare scenografie” chiedendo direttamente al segretario di avvallare o annullare il consiglio comunale, facendo slittare eventualmente l’appello ancora di mezz’ora.
Ma il vero putiferio è scoppiato sui social: Piffer infatti, ha immediatamente condiviso il fatto su Facebook, scatenando polemiche e commenti. Una querelle virtuale nella quale è intervenuto anche il diretto interessato.
“Consigliere Piffer perché montare un caso inesistente – ha scritto Marco Monguzzi sulla pagina Facebook di Piffer – Basta con le tue polemiche sterili e inconcludenti. Se devi informare fallo con correttezza di informazione, dove il regolamento del consiglio comunale prevede che la presenza all’appello è valida solo con la presenza fisica del consigliere chiamato. Dovevi cambiare il modo di fare politica e lo stai facendo nel modo più vecchio del mondo. Passo e chiudo… Buon lavoro”.
Anche la consigliera Anna Martinetti è intervenuta nella discussione social, spiegando il gesto del suo capogruppo che avrebbe inserito il badge dopo che lei lo aveva chiamato avvisandolo che era già in Municipio. “Non doveva farlo anche se sapeva che non aveva nessun valore ai fini della presenza – scrive -. Dopo sei anni di consigli comunali da te (rivolgendosi a Paolo Piffer, ndr) non lo accetto proprio e ribadisco che si tratta dell’ennesimo tentativo strumentale di metterti in evidenza e fare campagna elettorale”.
Ma Paolo Piffer non ha digerito l’episodio. “Marco Monguzzi sorpreso nell’atto che politicamente non esito a definire inqualificabile – scrive nella nota stampa – riestrae subito il badge come un bambino sorpreso con le mani nella marmellata. Per nessuna ragione al mondo un consigliere si dovrebbe mai permettere di inserire il badge di un altro collega assente. Fossi stato il presidente l’avrei allontanato dall’aula immediatamente”.
Anche nel dopo consiglio Paolo Piffer è ritornato sull’argomento, ritornando anche sul tema dei problemi della maggioranza ad avere il numero legale, che già in passato aveva denunciato.
1 Comment
Monguzzi Marco chi? Quello lì è talmente pieno di se’ stesso, che non ammetterà mai l’evidenza.