BIASSONO – L’amministrazione comunale fa marcia indietro. Niente sanzioni ai cittadini che non hanno versato quanto dovuto per la tassa rifiuti e, tantomeno, niente interessi da calcolare. La lettera inviata poco prima delle festività natalizie, insomma, è da considerare carta straccia. Esattamente come avevano chiesto gli esponenti di Biassono Civica che avevano manifestato la loro perplessità e invitato il sindaco Luciano Casiraghi e i suoi assessori a rivedere la posizione assunta.
La vicenda, infatti, aveva sollevato parecchie polemiche in città. Prima di tutto per i termini utilizzati dal Comune, messi nero su bianco, per rivolgersi ai cittadini. L’espressione «infedele denuncia», che tutti hanno interpretato come una accusa neanche poi tanto velata e per nulla rispettosa, aveva fatto inferocire i contribuenti. Il secondo motivo di polemica, neanche poi troppo marginale, era invece dovuto al fatto che i conti sugli importi dovuti li aveva fatti proprio il Comune. Affidandosi a una società esterna che, casa per casa, aveva rilevato le metrature dell’intera Biassono e tradotto tutto in soldoni. Era l’anno 1996.
Oltre vent’anni più tardi i cittadini hanno ricevuto una raccomandata dal Comune, intenzionato a recuperare quanto non pagato, con l’aggiunta della sanzione e degli interessi maturati. Da Villa Verri, infatti, avevano spiegato che, grazie all’aggiornamento dei dati catastali, era stato possibile rivedere a distanza di tempo quel lavoro affidato alla Cogest, rilevando un po’ di incongruenze e, di conseguenza, calcolando gli importi esatti.
Le conseguenze sono state rilevanti per molti nuclei familiari: in totale dalla municipalità sono stati emessi 318 avvisi di accertamento per quanto riguarda l’Imu (Imposta municipale unica), per un totale di 540 mila euro «potenziali» per le casse del Comune (con un minimo di 462 mila euro se i cittadini avessero pagato entro 60 giorni usufruendo della misura ridotta). In più 258 avvisi di accertamento per la tassa rifiuti per un importo complessivo di 95 mila euro.
Prima della scadenza, ovvero 60 giorni dal ricevimento della raccomandata, quindi all’incirca il 10 febbraio, la Giunta comunale ha deciso di fare un passo indietro. Niente sanzioni né interessi da versare per tutti quegli immobili che nel 1996 erano stati “censiti” dalla ditta esterna. I residenti sono comunque tenuti al pagamento della tassa in base alla nuova metratura calcolata in modo corretto. Gli importi saranno rateizzabili: in un anno, per somme comprese fino a 1.200 euro, in due anni qualora dovessero eccedere tale soglia. Da oggi in poi, questo sì, con tanto di interessi da applicare qualora il cittadino, ora che è stata fatta finalmente chiarezza, non provveda a regolarizzare la sua posizione.