SEREGNO – “Sono l’ultimo “sciuscià” della Brianza, come lustro le scarpe io non lo fa nessuno. Guardate qui che attrezzatura: guanti, spazzole di ogni tipo, comoda poltrona per il cliente, sgabello per appoggiare i piedi”. Tutto perfetto, con una particolarità: il servizio è svolto gratis da uno che nella vita fa tutt’altro. Si tratta di Alan Alboresi, titolare del “Bar Alan” di via Cadore, al Ceredo, che ha scelto questo modo per cercare di sensibilizzare i cittadini e raccogliere firme da portare in Comune a Meda. L’obiettivo finale è quello di ottenere l’impegno del sindaco Luca Santambrogio per l’asfaltatura di una via in cui risiede una bambina che ha bisogno di cure.
“Si tratta di via Forlì, al Polo, una strada nata con le ultime urbanizzazioni, che in un tratto lungo un centinaio di metri è ancora dissestata. Si formano spesso buche che non consentono ai volontari di procedere con i loro mezzi perché rischiano di spaccare il motore”.
Il problema è serio: lì abita una bambina di 11 anni, che fin dalla nascita soffre di una malattia rarissima che, oltre a non permetterle di essere autosufficiente, la costringe a cure quotidiane. “Non è possibile operarla – spiega il barista -, è allergica a tutto. Dev’essere assistita ogni giorno. E le cure sono costose: il papà sta facendo anche più lavori per garantire le spese necessarie”.
Oltre a fare sacrifici, è andato anche al bancone dell’”Alan Bar” per chiedere aiuto. Niente soldi, chiedeva soltanto la possibilità di sensibilizzare cittadini e istituzioni. Il titolare del locale, sebbene non lo avesse mai visto prima, non è stato capace di dire di no.
Nel tempo, del resto, Alboresi si è sempre distinto per le sue campagne: aveva venduto bottiglie con i Gratta & Vinci a favore dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza; si è travestito da medico per sensibilizzare i clienti sul tema della salute e della prevenzione; ha portato i camper nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna. Ha perfino fatto il pescatore, con tanto di canna e lenza in mano per far sistemare le buche enormi ai lati delle strada in cui erano cadute alcune persone anziane. Ora la nuova trovata, quella del lustrascarpe.
“Pulisco le scarpe a tutti, chiedo in cambio una firma da consegnare al sindaco. È un modo per attirare l’attenzione, mi fa piacere vedere che colpisce soprattutto i giovani che si fermano a riflettere su temi che altrimenti non prenderebbero neanche in considerazione. Sono sicuro che questi fogli appesi alla parete riusciremo a riempirli completamente. Di fronte al problema che sta vivendo quella famiglia, non ci si può voltare dall’altra parte facendo finta di nulla”.
L’iniziativa è partita nella mattinata di ieri, mercoledì 6 febbraio. Con un ottimo successo: nella prima ora sono state raccolte più di venti firme. Andrà avanti per un mese intero, fino al 6 marzo. “Non è necessario farsi pulire le scarpe – afferma divertito Alboresi – tantomeno fare una consumazione al bar. Lo scopo non è quello. Entrate, prendete in mano la penna, firmate anche voi la richiesta. Poi uscite liberamente soddisfatti per la buone azione compiuta. Se lo desiderate, naturalmente, vi pulisco volentieri le scarpe come promesso. Perché in quel momento, con la vostra firma, insieme a me vi state mettendo tutti a disposizione di una famiglia in difficoltà”.
Il sindaco di Meda, Luca Santambrogio, il destinatario di quelle firme, quasi con dispiacere spegne i facili entusiasmi: “Purtroppo non è una situazione facile da risolvere. La conosco molto bene. C’è un ingresso principale dell’abitazione inutilizzabile dai mezzi di soccorso, perché davanti non ci sono spazi di manovra. I volontari devono passare dal retro, su quella strada davvero sterrata, ma in gran parte di proprietà privata. Come sindaco, finché non diventa pubblica, non ho la possibilità di intervenire e di asfaltarla”.