VILLASANTA – “Nelle scorse settimane abbiamo comunicato alla direzione aziendale la sospensione di qualsivoglia trattativa. Non accettiamo che la soluzione sia dividere i lavoratori e farli competere tra di loro. Questo non può che peggiorarne la condizione di loro e di ciò che producono. Non accettiamo che la maggioranza delle persone occupate negli stabilimenti di Rovagnati non siano dipendenti diretti e non gli venga quindi applicato il contratto nazionale dell’industria alimentare. Costruire un sistema di impresa con queste caratteristiche danneggia lavoratori e consumatori. Ed il Paese Italia non ne ha bisogno”. E’ la presa di posizione dei sindacati Flai-Cgil e Fai-Cisl che manifestano tutta la loro preoccupazione per quanto sta accadendo alla Rovagnati Spa. Una realtà alimentare brianzola decisamente importante che, tra i dipendenti e i lavoratori degli appalti, dà lavoro a circa 700 persone negli stabilimenti di Arcore, Biassono e Villasanta.
“L’azienda – affermano i sindacati – sta però subendo una importante modificazione dovuta dal passaggio da una conduzione tipicamente familiare ad un’altra tipicamente manageriale. Abbiamo già assistito a tali processi storici. Per citarne alcuni pensiamo alla Star di Agrate Brianza (da Fossati a Galina Blanca) e la LATBri di Usmate Velate (da Cogliati a Granarolo). Processi complessi che come sindacato nell’insieme dei lavoratori, ci siamo sempre assunto la responsabilità di gestire ed affrontare. Anche individuando e proponendo un proprio contributo. Ma sempre in un rapporto dialettico ed a volte conflittuale. In Rovagnati sta invece accadendo qualcosa di cui siamo preoccupati. Cioè la cosiddetta trasformazione manageriale sta peggiorando e condizionando l’andamento industriale e la vita dei lavoratori”.
I sindacati spiegano che negli ultimi anni è stata sollecitata più volte la direzione aziendale per quanto riguarda la revisione del sistema di appalti presenti nei principali stabilimenti. “Abbiamo gradualmente ottenuto la corretta applicazione del Contratto Collettivo della Industria Alimentare in molte parti tipicamente non logistiche e di confezionamento. Abbiamo sempre chiesto di rivedere un sistema malfatto e non corretto che si basava sulla promiscuità di lavoratori (Rovagnati e Cooperativa). Una promiscuità sulla pelle e sulle spalle dei lavoratori. Costruire profittabilità e marginalità competendo sul costo del lavoro. Ed anche accantonando i propri lavoratori. Come? Affidando a Consorzi di Cooperative la gestione delle attività anche di produzione e trasformazione del prodotto. Una scelta folle e scellerata compiuta da molte industrie delle carni nel nostro Paese. Un sistema di fronte al quale un Paese avrebbe la necessità di intervenirne con forza cercando soluzioni nell’interesse del lavoro e dei lavoratori. Vorremmo che il “prima gli Italiani” si traduca più responsabilmente in “prima i lavoratori”. Abbiamo discusso per mesi proponendo alla direzione aziendale diverse soluzioni. Ma di fronte a noi un muro sordo”.
Il sutto, secondo i sindacati, con una amarissima considerazione: “L’eccellenza industriale e commerciale dell’azienda brianzola ed i suoi migliori prodotti “escono complessivamente da Rovagnati”. Alla domanda: chi li fa? Si risponderà: i lavoratori della Cooperativa. Certo stiate sereni. Le etichette splenderanno del nome Rovagnati. In estrema sintesi la miglior produzione tipica del know-how aziendale, e della riconoscibilità di Rovagnati nel mercato italiano, viene consegnata all’esterno dei perimetri di responsabilità aziendale. Perché? Semplice. Costerà meno e garantirà maggiore flessibilità esercitata sulla ricattabilità della precarietà lavorativa”.
Cgil e Cisl considerano emblematica la situazione di Villasanta: “Vi lavorano 120 persone in cooperativa e 70 persone di Rovagnati. “Noi vogliamo costruire una prospettiva industriale fondata sulla prospettiva di miglioramento delle condizioni del lavoro di chi è occupato negli stabilimenti Rovagnati. A partire da Villasanta! Ed anche costruendo condizioni di miglior prospettiva industriale per altri stabilimenti come ad esempio Arcore. E non sottovalutiamo la centralità e le problematiche di Biassono”.
Nell’auspicio che anche Assolombarda prenda posizione su questa delicata vicenda, i sindacati annunciano che i lavoratori si riuniranno nuovamente in assemblea lunedì 25 febbraio. Nell’occasione saranno valutate iniziative di sciopero.