MONZA – Un’ottima notizia, ma anche un avvertimento: sul prolungamento della metropolitana M5 fino a Monza ora non si possono più compiere passi falsi, né perdere tempo. Altrimenti il progetto potrebbe anche saltare per mancanza di fondi. A mettere le istituzioni pubbliche di fronte alle loro responsabilità è ancora una volta HqMonza, da sempre attenta al discorso della mobilità e, in particolare, dell’arrivo della metropolitana lilla in città.
“Il progetto – spiegano i responsabili dell’associazione – piano piano avanza. Abbiamo avuto notizia che MM Spa ha iniziato la progettazione definitiva, documento tecnico essenziale per ottenere il via libera indispensabile dal Cipe sui finanziamenti statali e per avviare le complesse attività propedeutiche e quindi indire la gara d’appalto”.
La buona notizia arriva da Milano. Il Comune, capofila di tutto il progetto, ha sollecitato MM Spa affinché non si perda tempo: non i classici 18 mesi che di solito sono necessari per progettare infrastrutture di questo tipo, bensì la richiesta è quella di avere sul tavolo il documento definitivo entro la fine del 2019.
“Per una notizia buona – commentano da HqMonza – c’è n’è però una non positiva. I recenti contrasti tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia sul tema del trasporto locale rischiano di rallentare l’iter e anche di mettere in dubbio la prima tranche dei finanziamenti statali. La situazione è delicata, i tempi devono essere rispettati alla lettera. Se dovessero accumularsi ritardi, potrebbe “saltare” parte dei fondi statali. Sono ripartiti anno per anno sino al 2027 e, se non utilizzati, verranno anno per anno stornati e destinati ad altro, diventando poi molto complesso recuperarli”.
L’associazione striglia le istituzioni affinché non perdano tempo per quanto di competenza: “Da settimane non si riunisce la Conferenza dei Servizi che deve stabilire
definitivamente quale quota di finanziamento mettono la Regione e i Comuni per integrare i 900 milioni messi a bilancio dallo Stato. Gli enti locali hanno già approvato genericamente il loro impegno, ma devono essere definite formalmente le quote di ripartizione che riguardano i 350 milioni mancanti, la maggior parte dei quali dovrebbe essere a carico della Regione”.