MONZA – Non si buttano mai. Tutt’altro. Anche se sgualciti, consumati, magari anche con qualche strappo possono diventare un’opera d’arte. Anzi un’opera di design da mettere in bella mostra in casa o in ufficio e al tempo stesso da utilizzare. I jeans nelle mani di Roberto Spadea adesso sono diventati anche oggetti d’arredo trasformandosi in vasi, in portafrutta, in portabottiglie dove tenere al fresco bottiglie da consumare insieme agli amici.
Roberto Spadea, artista monzese, e Matteo Perego, architetto e anima del concept store Amerigo Milano (via Carlo Alberto), hanno dato vita a un nuovo prodotto d’arte e di design: trasformando i jeans in oggetti, non solo belli, ma anche utili. “Denim” speciali, vissuti, carichi di storia, ma anche di presente e di futuro, che già disponibili nello store di via Carlo Alberto saranno presentati ufficialmente ad aprile in occasione del FuoriSalone che si svolgerà a Monza.
Ciascuno potrà dare nuova vita e nuovo valore ai suoi jeans trattati con particolari resine (e se il cliente desidera anche con vernici per cambiare il colore) dove quelle che un tempo erano le gambe si trasformano nel sostegno dove inserire, a seconda della fantasia, fiori, frutti, bottiglie, giornali. Così che quel paio di jeans troppo vecchio, o troppo stretto, o troppo largo non viene buttato nel cassonetto della spazzatura, ma nelle abili mani di Roberto Spadea acquista un nuovo usato e si fa ammirare dai visitatori.
Da sempre Roberto Spadea ha creduto profondamente nel valore intimo e personale di questo lavoro – artistico prima e di design oggi – chiedendo ai monzesi di portargli jeans usati. O meglio vissuti. “Jeans che parlano della storia e del vissuto delle persone – spiega -. Creare questi oggetti con denim che hanno un passato acquista un valore ancora più profondo. Un tempo le famiglie si facevano fare i ritratti, questa è un’evoluzione 3D di questa antica tradizione”.
Roberto Spadea e Matteo Perego vanno oltre; con la loro fantasia e la loro manualità i jeans non solo parlano di chi li ha indossati, non sono hanno una nuova vita, ma hanno anche un valore sociale. “Si tratta di un progetto legato all’autismo del quale presto vi sveleremo i segreti”, concludono.
Barbara Apicella