Nasce per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei piloti. La Pattuglia Acrobatica Nazionale, istituita l’1 marzo 1961, diventerà famosa in tutto il mondo con il nome di Frecce Tricolori.
La pattuglia acrobatica, il giorno della nascita delle Frecce Tricolori, non è nulla di innovativo. In Italia i primi esempi risalgono addirittura agli anni ’30. E anche dopo l’inevitabile “pausa” dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, sul finire degli anni’40 e durante gli anni ’50 sono diverse le formazioni che nascono e che danno spettacolo in tutta Europa con le loro acrobazie
L’1 marzo 1961 si decide di fare un passo in più: riunificare tutto quanto sotto una unica pattuglia, composta dai migliori piloti in circolazione dell’Aeronautica Militare. Nel 1963 l’organico passa a quello attuale, ovvero 9 elementi più il solista. Ed è nello stesso anche che si diffonde il nome con cui tutti oggi conosciamo questa spettacolare formazione, quando viene concessa la possibilità di utilizzare fumi colorati. Si tratta di olio di vaselina con l’aggiunta di pigmenti non inquinanti.
Entrare nel corpo? Impresa quasi impossibile. La selezione è tra chi ha almeno mille ore di volo. Ogni anno la superano non più di due persone. Poi, per loro, un lentissimo inserimento graduale.
Oggi le Frecce Tricolori hanno tre programmi di acrobazie, che decidono di eseguire in base alle condizioni meteo e alla presenza delle nuvole. Il programma si chiude sempre con una “strisciata” tricolore lunga 5 chilometri, mentre a terra la voce registrata di Luciano Pavarotti intona il “Nessun dorma”. Esperienza da brividi.